Una cosa che ti ha colpito
Una cosa che mi ha particolarmente colpito è il modo in cui l’autore è riuscito a farmi percepire ogni singolo sentimento dei personaggi senza alcuno sforzo, forse per colpa della situazione in cui si sono trovati, molto simile alla nostra. Mi ha sorpresa soprattutto la descrizione della vita quotidiana dei paesani coinvolti nella peste e come essi si siano comportati collettivamente, nonostante fossero divisi.
Un’altra cosa che ti ha colpito
Un’altra cosa che mi ha colpito è il personaggio di Rieux, che non si è mai arreso nella lotta contro l’epidemia, al contrario dei suoi compaesani, i quali facilmente si sono adattati alla disperazione, proprio come descriverà nel corso del libro.
Una frase del libro da conservare
Molti continuavano tuttavia a sperare che l’epidemia si sarebbe fermata e che sarebbero stati risparmiati insieme con i familiari. Perciò non avvertivano ancora nessun obbligo. Per loro, la peste era solo un’ospite sgradita che prima o poi se ne sarebbe andata come era venuta. Spaventati sì, ma non disperati, non erano ancor giunti al momento in cui avrebbero guardato alla peste come alla forma stessa della loro vita, dimenticando l’esistenza che avevano condotto prima della sua apparizione.
Se questo libro fosse una canzone
Who wants to live forever (Queen).
Commento su “La peste” di Aurora Pera, 4G