Una cosa che ti ha colpito
Da libro letto “La Peste”, indubbiamente ci sono state molte parti che mi hanno colpito, ma soprattutto le parti dove le emozioni dei cittadini vengono risaltate dall’autore.
Mi hanno fatto riflettere su come, in quel periodo, le relazioni degli individui fossero cambiate. Prima davano per scontato tutto ciò che avevano. Invece, nel momento in cui la pandemia ha iniziato a mettere degli ostacoli e quindi a isolarli brutalmente dai loro cari, hanno incominciato ad apprezzare ogni singola particolarità che prima veniva ignorata.
Credo che dovremo prenderlo come un insegnamento, non dobbiamo aspettare di “perdere” un contatto, ma cercare di vivere ogni momento possibile dando la giusta attenzione anche ai piccoli gesti.
Inoltre, è un fatto che stiamo vivendo attualmente con il Covid19, anche se la situazione sembra migliorata.
Ci sono infatti molte similitudini tra le vicende narrate nel libro e di quelle che stiamo vivendo ora.
In conclusione, è comunque un libro capace di farti riflettere in generale sulle dinamiche della pandemia e di come può essere toccante e allo stesso tempo disumano ed egoista il comportamento dell’uomo nelle situazioni di “pericolo” come quella letta.
Una frase del libro da conservare
pag.97 – “Mariti e amanti che avevano la più completa fiducia nella compagna si scoprivano gelosi. Uomini che si credevano superficiali in amore riscoprivano la fedeltà. Figli che avevano vissuto accanto alla madre guardandola a stento ora mettevano tutta la loro inquietudine e il loro rimpianto in una piega del suo viso di cui li tormentava il ricordo. Quella separazione brutale, senza appello, senza un avvenire prevedibile, ci lasciava sconcertati, incapaci di reagire di fronte al ricordo della presenza ancora così vicina e già così lontana che ora occupava le nostre giornate. In realtà soffrivamo due volte – della nostra sofferenza e poi di quella che immaginavamo negli assenti, figli, moglie o amante.”.
Commento su “La peste” di Sara Scianaro