Il libro “La Peste” è stato scritto da Albert Camus nel 1947. Il dottor Rieux è il protagonista principale, poiché in quasi tutte le vicende trattate lui è presente, ma anche la figura di Tarrou è molto importante, dato che egli scriveva sui suoi taccuini ciò che stava succedendo e questi suoi scritti sono parti integranti del racconto. Ciò che colpisce particolarmente dal mio punto di vista è la descrizione degli stati d’animo dei cittadini e come si sono evoluti: all’inizio erano tutti incoscienti di quello che stava succedendo, le persone vivevano la vita come avevano sempre fatto e a un tratto vennero travolti.
Questo libro tratta un argomento a noi molto vicino, infatti mi sono molto immedesimata durante la lettura. Ci sono moltissimi parallelismi con la situazione in cui ci troviamo oggi a causa del covid, come ad esempio la rassegnazione nelle persone, non riuscire più a fidarsi di nessuno, essere costretti ad abbandonare diverse abitudini della propria vita. A causa di questo flagello le persone si sono trovate accomunate e hanno iniziato a collaborare per contrastarlo: infatti dal libro si nota come molti personaggi hanno stretto un rapporto di amicizia durante l’epidemia.
Ciononostante non si possono eliminare tutti gli altri lati negativi che questa situazione ha portato ai cittadini, trovatisi a dover stravolgere la propria vita senza sapere se sarebbero mai potuti tornare alla normalità. «La peste aveva rubato la disposizione all’amore e all’amicizia, perché l’amore ha bisogno di un po’ di futuro, e per noi non c’erano che istanti»: questa frase dopo averla letta mi ha lasciato un senso di vuoto, come se avessi visto scritto per la prima volta ciò che ingorga i miei pensieri da un anno a questa parte. L’unica differenza è che non si parla di peste, ma di Covid e di come ha cambiato radicalmente la mia vita e quella di miliardi di altre persone. Nessuno ha più certezze poiché nessuno ne ha date ed io personalmente, come dice la frase, ho iniziato a vivere di istanti poiché se dovessi pensare al futuro o al passato non riuscirei a vedere serenità.