Questo romanzo mi è piaciuto molto perché, vista la situazione in cui ci siamo ritrovati fino a ieri (e nella quale potremmo anche ritornare), esso è molto attuale, nonostante sia stato scritto appena dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Ciò che mi è piaciuto di più è sicuramente il fatto che il protagonista e anche il narratore fosse il dottor Rieux. Egli generalmente non si lascia mai andare quando c’è da parlare di se stesso, dunque nessuno sa chi realmente sia questo personaggio. Per fare un esempio, Rieux non parla mai di sua moglie, non espone mai alle altre persone il sentimento di mancanza che prova per via della distanza che vi è tra i due. Nonostante ciò, sin da subito Rieux riesce ad essere un personaggio molto amato e stimato, anche solo per il lavoro che svolge: tutti i giorni egli si sposta da una casa ad un altra per assistere i malati, esponendosi così ad un perenne rischio di contagio, ma anche ad una “tortura psicologica”, dato che la maggior parte delle volte, egli abbandona i malati solo quando ormai non c’è più nulla da fare.