Gruppo di lettura
Trovo difficile dare un giudizio univoco a “L’Isola di Arturo” dato che si caratterizza in modi differenti durante lo svolgimento della trama.
Le descrizioni infinite e le molteplici piccole digressioni narrative che compongono come un puzzle la prima parte del romanzo rallentano la lettura e danno l’impressione che si stiano leggendo delle storielle per bambini senza una qualsiasi finalità.
Gli ultimi capitoli, come consuetudine, la narrazione accelera e sposta il focus dalla creazione e caratterizzazione di luoghi e personaggi allo svolgimento pratico della trama la quale è originale e si svolge in maniera quasi completamente “naturale”, ma non lascia nulla al lettore una volta terminato il libro.
Ciò che mi ha colpito in maniera maggiormente favorevole sono i personaggi; soprattutto il protagonista è ritratto nel suo processo di crescita con una verosimiglianza e un’attenzione impressionanti. Ogni personaggio, anche i meno rilevanti e i più stantii, è dinamico, in continuo cambiamento, ma sono esaltati e apostrofati per la loro ignoranza e la loro pateticità: sono orgogliosi, non sanno controllarsi, amano le prigioni in cui sono rinchiusi e sono completamente incapaci di schiarirsi le idee l’un l’altro, questo li rende tutti in un certo senso unici e plausibili.