La vicenda si apre a Orano, in Algeria attorno agli anni ’40. Un giorno il medico Rieux trova un topo morto sulla porta di casa. Nel frattempo, deve portare alla stazione la propria moglie che partirà per andare a curarsi essendo stata colpita una grave malattia. Passano i giorni e continuano a morire sempre più topi; gli abitanti di Orano non sanno cosa stia succedendo. Successivamente il portinaio della casa di Rieux si ammala gravemente e muore. Di giorno in giorno sempre più persone hanno gli stessi sintomi: Rieux e un suo collega anziano Castel capiscono che in città c’è una pestilenza. Inizialmente nessuno pensa al peggio, ma in seguito la città viene messa in quarantena. La vita va avanti: c’è chi scrive un libro senza neanche finire la prima frase, chi pensa che la peste sia una punizione divina, chi si lascia trascinare dall’alcool. Chi cerca di fuggire e chi guadagna sulla mancanza di viveri. Rieux viene aiutato dal giovane Jean Tarrou che si occupa di smaltire i cadaveri e da Rambert che voleva fuggire in Francia ma che poi decide di aiutarli. Arriva l’estate e anche la peste si trasforma, passa da bubbonica a polmonare. Castel riesce a produrre un nuovo siero che verrà sperimentato sul figlio del giudice, che però in seguito muore. Si arriva a Natale e anche Grand si ammala e Rieux disperato, sperimenta il siero di Castel su Grand che a sorpresa guarisce. L’epidemia comincia a calare. Finalmente a febbraio misteriosamente scompare.