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Questo romanzo, ambientato nel Portogallo “fascista” del 1938, parla di un giornalista in pensione, Pereira, inizialmente inerte a qualsiasi avvenimento politico-sociale si verifichi intorno a lui e facente parte del giornale Lisboa. La lettura di un suo articolo e la successiva collaborazione con il sovversivo Rossi, sostenuto ed anzi guidato nel suo sovversivismo dalla fidanzata Marta, metteranno Pereira di fronte alle conseguenze della dittatura salazariana, sostanzialmente obbligandolo ad interessarsi alla questione politica del suo paese. Importante per il giornalista è l’amicizia con il medico Cardoso, con cui ha lunghe conversazioni di ambito sociale e psicologico: in particolare quest’ultimo gli proporrà la teoria della “confederazione delle anime”, ed esprimerà all’editore il suo sogno di lasciare il Portogallo per andare in Francia. Pereira pubblica sul Lisboa la traduzione di un racconto di Daudet, racconto patriottico ed anti-tedesco e che suscita malcontento tra i lettori e causa la redarguizione di Pereira da parte del suo capo. Nella parte finale, Rossi, scampato all’arresto a causa della creazione di alcuni passaporti falsi, chiede di essere ospitato dal giornalista, che accetta. Il giorno seguente degli uomini armati, spacciandosi per poliziotti, fanno irruzione in casa dell’editore obbligandolo a consegnarli Rossi per poi picchiarlo a morte. Dopo questo evento, Pereira prende posizione e pubblica un articolo firmato fortemente antifascista e dove denuncia le violenze subite da Rossi. Fatto ciò il protagonista prende uno dei passaporti falsi portatigli dall’ex collaboratore e parte per la Francia.