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Sostiene Pereira è un magnifico romanzo scritto da Antonio Tabucchi nel 1993, molto scorrevole, con un linguaggio semplice e non troppo articolato. Tutta la storia ruota intorno alla figura del dottor Pereira, un giornalista di un piccolo giornale di Lisbona. Tabucchi sostiene di aver preso spunto per la figura di Pereira, da un suo conoscente giornalista morto negli anni Novanta: non dice il suo nome, ma riporta fedelmente la sua descrizione e le gesta da lui compiute. Decide di adattare la storia nei mesi più importanti della vita del signor Pereira. Il lettore si trova catapultato nell’estate del 1938. Sullo sfondo dell’opera c’è la bellissima Lisbona, della quale ci viene data una perfetta descrizione. Allo stesso tempo troviamo la guerra civile spagnola, la dittatura portoghese di Salazar, l’influenza del nazismo tedesco e del fascismo italiano. Tutti temi pesanti ed importanti che vengono trattati con grande leggerezza da Pereira e dal suo autore. Sin dalle prime pagine si comprende la
pesantezza e l’angoscia del protagonista, sempre dedito a pensare alla morte. Questo argomento ricorre nella mente di Pereira come un fantasma. Da come sottolineerà successivamente il dottor Cardoso, ciò è forse dovuto alla mancata accettazione della morte della moglie. Pereira, infatti, continua a parlare con la foto della moglie deceduta alcuni anni prima. In più momenti cerca di fuggire dalla realtà che lo circonda per tornare indietro ad un
tempo che ormai non gli appartiene più. La sua vita è monotona e distaccata da tutto e tutti. Più volte viene rimarcato come Pereira sia estraneo a eventi di portata e importanza mondiale che tutti conoscono. Il fatto è che si sente un uomo rassegnato e che vuole solamente abbandonarsi a sé stesso, dimenticandosi di tutto il resto. Ma questa stasi non potrà durare a lungo. L’arrivo di Monteiro Rossi come suo collaboratore per i necrologi, lo
porterà a cambiare la sua vita e il suo io. Pereira dovrà decidere se continuare ad accettare passivamente la potente censura che infesta il Portogallo e il volere del proprio direttore fedele al regime, oppure dovrà mostrare veramente ciò che pensa non curandosi delle conseguenze, tirando finalmente fuori la testa dalla sabbia e compiendo ciò che è giusto. La storia è molto avvincente perché tratta la vita di un uomo qualunque con i propri
problemi e difetti, il quale, nonostante le ripetute disgrazie, arriva ad accorgersi che non può restare inerme e indifferente in eterno; comprende da sé come qualcosa in lui stia cambiando e come aumenti sempre di più in lui un sentimento di pentimento: un pentimento non dovuto ad un evento particolare, a suo dire, ma forse a una
tardiva decisione di cambiamento, di voglia di vivere, di fare la cosa giusta, di avere un futuro. Durante tutta la storia tornano momenti, luoghi e frasi emblematiche, le quali entrano nella mente del lettore e sembrano collegare una pagina all’altra: una di queste è lo stesso titolo dell’opera: “Sostiene Pereira”. Infatti, la storia è narrata in terza
persona da un’altra persona che sembra aver conosciuto Pereira. Il narratore racconta fedelmente la storia come gli è stata raccontata da Pereira o per lo meno da come lui sostiene di averla vissuta. Il narratore non è onnisciente e insieme al lettore e al protagonista, segue le vicende di Pereira fino alla fine. Ogni pagina accende il desiderio di
continuare la lettura per scoprire cosa succederà al signor Pereira. In ogni pagina vedremo Pereira maturare, cambiare e rinnovarsi. Fino ad arrivare a un finale inaspettato o tristemente annunciato sin dall’inizio.