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Sostiene Alessandra di essere stata recentemente travolta dalla lettura di “Sostiene Pereira”, affascinata dalla capacità di Tabucchi di esporre temi sensibili, passati ma attuali, scorrevoli ma lenti e soprattutto ricchi di insegnamenti.
Sostiene di essersi ritrovata spesso in Pereira, che scappa dai problemi, dai rischi del suo paese e dei suoi tempi, rifugiandosi nelle abitudini quotidiane e mentali e tuttavia provando un costante “bisogno di pentirsi”.
Pereira crede di tenere tutto sotto controllo e ignorare la grave realtà del regime di Salazar, nella Lisbona degli anni Trenta. Invece quando incontra il giovane partigiano Monteiro Rossi, Pereira si accorge di aver vissuto in modo sbagliato ed é pronto per accogliere il suo nuovo “io egemone”. Sostiene Alessandra di essere stata particolarmente colpita dalla crescita personale di Pereira, quando finalmente prende posizione di fronte alle brutalità della dittatura, insegnando a non aver paura di manifestare il proprio pensiero ed esercitare il diritto di parola.
Se le democrazie europee anche oggi stanno vivendo un momento critico, “Sostiene Pereira” è un libro che ci aiuta a comprendere come sia essenziale il ruolo degli intellettuali per essere informati e denunciare. Infatti, solo conoscendo, smettendo di vivere in silenzio ed esprimendo il proprio dissenso, si può fermare una guerra. Sostiene Alessandra che però l’omertà esiste anche nella vita di tutti i giorni e perciò il libro di Tabucchi può aiutare a sconfiggere la paura di denunciare bullismo, razzismo, omofobia e mafia.
Sostiene Alessandra, anche vergognandosi un po’, di aver sottovalutato il libro inizialmente. E’ stata la lettura dell’attrice Viola Graziosi su Rai radio 3 a coinvolgerla e il commento di Dacia Maraini ad interessarla.
Alessandra sostiene, infine, che anche lei riuscirà ad accettare il suo nuovo “io egemone” e consiglierà il libro a quanti non credono nelle proprie idee e non trovano il coraggio di esprimerle.