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SOSTIENE PEREIRA
-Antonio Tabucchi-
Credo che chiunque potrebbe affermare che fin dall’inizio “Sostiene Pereira” appare come un libro tranquillo, scorrevole ma non veloce, un po’ ripetitivo e senza colpi di scena entusiasmanti. Per tutta la lettura più si va avanti, più si ha la sensazione che qualcosa stia per succedere, che tutto ciò che viene narrato con quella tranquillità abbia un secondo fine. Ma leggendo questa sensazione piano piano svanisce. Quasi ci si rassegna all’idea che non succederà nulla di ciò che avevamo immaginato, che il libro finirà così come era iniziato: un giornalista, un ritratto con cui parlare e innumerevoli limonate.
Ed è solo negli ultimi capitoli, nel momento in cui la vicenda significativa spunta all’improvviso e ci stupisce, che ci si rende conto di quanto, in realtà, la crescita e lo sviluppo del personaggio di Pereira siano avvenuti gradualmente, capitolo dopo capitolo, ma in maniera quasi impercettibile: il modo in cui il giornale inizia a diventare sempre meno apolitico, il modo in cui Pereira inizia a voler migliorare se stesso, ad esprimere una propria opinione e a contribuire concretamente ad aiutare Monteiro Rossi e Marta… Piccoli pezzi di un puzzle che alla fine della narrazione si uniscono e lo completano.
Credo sia proprio questo uno dei motivi principali per cui bisognerebbe leggere il libro: assistere a questa crescita e maturazione del personaggio che inizialmente vediamo disinteressato e chiuso nel suo mondo, che evolve e si interessa alla situazione politica del paese in cui vive, sceglie di non vivere con una benda sugli occhi ma di fare qualcosa di concreto per aiutare e cambiare, ed è ciò che dovremmo fare tutti nel corso della nostra vita.