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*Dopo la lettura del libro, in classe, abbiamo scritto una scena fantasma ognuno. I ragazzi di un’altra sezione le hanno poi valutate. Questa è la prima delle tre scene risultate più votate. La mia si trova nel capitolo 14, pagina 136, alla fine del primo paragrafo.*
…Ci eravamo invitati al nostro stesso funerale.
Mi venne in mente una brutta immagine: mamma e papà che lasciavano i fiori al cimitero, ma non solo per Denny, anche per me. Un altro funerale per loro? Non so se l’avrebbero sopportato. Come avrebbero reagito alla notizia?
Le vibrazioni del treno mi entravano dappertutto nel corpo. La paura non mi spingeva a correre, mi paralizzava, e mi faceva pensare ancora di più ai miei. Dalla morte di Denny erano così silenziosi, erano ombre. E un po’ lo ero anch’io.
Pensai a cosa avrebbero fatto se non mi muovevo. La mia scomparsa, forse, per loro, sarebbe stata un sollievo, una cosa in meno a cui pensare. Ma, allora, aspettavano che mi togliessi di mezzo o mi volevano talmente bene che la paura di perdere l’unico figlio rimasto li “estraniava”? O erano incuranti di tutto perché la morte di Denny li aveva resi di acciaio e, ormai, niente poteva fare loro male?
Il sole picchiava sulle rotaie. La mano che, poggiata su di esse, sentiva l’arrivo del treno, si stava quasi bruciando. Mi parve di sentire mamma che urlava arrabbiata contro papà.
-Ma come hai potuto dire di sì a Gordie? Con gente come… quello lì, Chambers, tutto finisce male. Tutto!-
-Mary, cosa avresti fatto? Avresti tenuto Gordie a casa, imprigionato?-
-Non lo so, ma l’ha chiesto a te. Sono stufa, è stata colpa tua!-
-Non ti permettere. Da quando è morto Denny, ho fatto tutto io. Lavoro, badavo a Gordie… E tu? Quando si pensa solo a se stessi le cose sembrano molto più facili.-
Non volevo che i miei genitori si trattassero così. E tanto meno volevo che provassero angoscia se non tornavo. Dev’essere brutto: tuo figlio va a dormire a casa di un amico e non torna più. Sta bene? È vivo? Dove sarà?
Il cuore mi batteva sempre più forte, ma le gambe restavano come scollegate.
Forse c’era una soluzione alla mia scomparsa, pensai, forse non era così grave. Mamma e papà potevano avere un altro figlio, no? Facile sostituire me, non sono nessuno. A Denny volevano bene, era il primo figlio, il giocatore di baseball. Ma io non avevo fatto niente di speciale, potevo non essere nato. Cancelli gli ultimi dieci anni di vita e riparti con un nuovo figlioletto. Lo allatti, lo vesti, inizia a parlare, cammina, si diverte, ride, fa amicizie, legge, va a scuola, sale sulla bici… e diventa un uomo e si laurea e impara a guidare e lavora e si sposa e magari ha anche un figlio, tuo nipote. E Gordie, dov’è? Boh, non so chi sia.
Quest’ultimo pensiero ruppe la paralisi…