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Il libro “Sostiene Pereira” è ambientato in Portogallo nel periodo del regime salazarista, quando l’Europa si stava avvicinando al secondo conflitto mondiale. In questa situazione, ci viene presentata la “testimonianza” del Signor Pereira, il quale vive una rinascita interiore unica.
Egli, nonostante sia un giornalista di una delle pagine culturali più importanti del Paese, a seguito della morte della moglie, si è completamente isolato dal mondo, sviluppando un’apatia nei confronti di tutti. A smuoverlo da questa situazione in cui versa, vi è l’incontro con Monteiro Rossi e Marta, due ragazzi carismatici e impegnati politicamente nella lotta contro il Paese succube della dittatura.
Una figura che, però, ritengo sia stata ancora più importante di quella dei due ragazzi, è quella del Dottor Cardoso, il dietologo che decide di aiutare Pereira a guarire dalla sua obesità. Tra i due nasce un rapporto che va ben oltre quello classico fra medico-paziente: per il giornalista, il dottore diventa un dispensatore di consigli di vita, non solo di farmaci. Cardoso oggi sarebbe considerato un visionario nel mondo accademico, e forse sarebbe sanzionato e rimosso dalla professione medica a causa delle sue idee omeopatiche e dell’abuso della sua posizione professionale. Tuttavia, è soprattutto grazie a lui se Pereira riesce a ritrovare se stesso e a dar vita al proprio nuovo io egemone.
L’autore ci racconta questa fantastica storia con una fluidità sintattica e una scorrevolezza tali per cui interromperne la lettura risulta impossibile: il modo in cui il narratore descrive è essenziale e obiettivo, concentrato sulla registrazione dei fatti e degli eventi senza alcun tentativo di commento o di retorica esagerata e, grazie anche ai dialoghi inseriti nel flusso narrativo, riesce a rendere una tragica vicenda con asciuttezza e senza indulgere su toni drammatici.