Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

Parole e pensieri


Cozzolino Miriam, Iodice Rebecca, Piccirillo Filicaia Lucia, Coppola Giuseppe, Iodice Christian, Mastropietro Salvatore

I.S.I.S.S. Amaldi-Nevio classe 4^C - Santa Maria Capua Vetere

Nome Scuola

I.S.I.S.S. Amaldi-Nevio classe 4^C

Città Scuola

Santa Maria Capua Vetere

Nel libro “Il Corpo”, Stephen King mostra il viaggio di crescita e formazione interiore di quattro ragazzi che
partono alla ricerca di un cadavere scomparso.
Apparentemente, viene narrata una semplice avventura, ma nel profondo viene rappresentato un momento
fondamentale della vita dei quattro protagonisti: il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Durante il cammino, i ragazzi si confrontano con le proprie paure più profonde, condividono segreti e sentimenti, affrontano conflitti interiori e, attraverso queste esperienze, rafforzano il loro legame di amicizia. Il cammino nella natura, i momenti di paura, le confidenze notturne contribuiscono a farli maturare, a renderli più consapevoli di se stessi e del mondo. Ciò che mi ha particolarmente colpito del libro è il modo di Stephen King di trattare del mondo dell’amicizia, visto come un rifugio e un punto di forza che aiuta i ragazzi a superare gli ostacoli della vita: i ragazzi si sostengono l’un l’altro e nonostante le loro diversità riescono ad instaurare un legame profondo. Tuttavia, la bellezza della loro amicizia, è destinata a scontrarsi contro un tragico destino, contro la cruda e dura realtà della vita. Man mano che il tempo passa, le strade dei ragazzi si separano, mentre alcuni tentano di mantenere vivo quel legame che li ha uniti, ma la vita li travolge con le sue sfide.

Miriam Cozzolino

“Le cose più importanti sono le cose più difficili da dire”
Bella questa frase: le cose più importanti sono le cose più difficili da dire.
Appena l’ho letta, ho sentito che mi toccava in modo profondo. È una di quelle frasi semplici, ma che riescono a racchiudere qualcosa di molto vero, qualcosa che spesso non si riesce a spiegare a parole. Mi sono subito riconosciuta in quel sentimento: quante volte ho avuto qualcosa di importante da dire, un pensiero sincero, una paura, un’emozione forte, eppure non sono riuscita a esprimerlo come avrei voluto. Ci sono momenti in cui senti che una cosa ti sta a cuore, che devi dirla, ma ti blocchi. Ti manca il coraggio, o forse temi che l’altro non capisca, o che fraintenda. O semplicemente, senti che le parole non bastano. E allora resti in silenzio, anche se dentro di te quel pensiero continua a farsi sentire. È una sensazione che conosco bene, e per questo questa frase mi ha colpito così tanto. Leggere questa frase è stato come sentirmi compresa, come se qualcuno avesse scritto qualcosa che provo spesso ma non riesco a spiegare. Forse è per questo che l’ho voluta condividere, perché mi ci rivedo e in un certo senso parla anche di me.
Allora é proprio vero che i libri ci leggono dentro!

Rebecca Iodice

“Quando un segreto resta chiuso dentro non è perché manca la voce per raccontarlo, ma
perché mancano orecchie per capirlo”
Mi ha colpito profondamente questa frase, perché parla di una condizione estremamente comune fra noi adolescenti: la frustrazione e la solitudine che si provano quando hai qualcosa di importante da dire, ma intorno a te nessuno sembra davvero disposto ad ascoltare. Non è sempre il coraggio a mancare, a volte siamo pronti a parlare, ma ci fermiamo perché sentiamo che le parole cadrebbero nel vuoto, o peggio, verrebbero fraintese. Nel romanzo “Il corpo” di Stephen King, questo senso di incomprensione e isolamento è molto presente. I protagonisti, quattro ragazzi in viaggio verso qualcosa che li segnerà per sempre, portano dentro segreti, ferite e paure che non riescono a condividere pienamente nemmeno tra loro. Gordie, in particolare, ha un mondo interiore ricco, pieno di pensieri e dolore, ma si sente invisibile, soprattutto agli occhi della sua famiglia. E in quel silenzio forzato non c’è mancanza di parole, ma assenza di chi sappia davvero ascoltare. Questa frase mi ha fatto riflettere su quanto conti avere intorno persone capaci di accogliere quello che siamo, non solo quello che diciamo. A volte, i segreti che portiamo dentro non li teniamo per proteggerli, ma per proteggerci. Perché dire qualcosa di vero e non essere capiti fa più male che restare in silenzio.

Lucia Piccirillo Filicaia

“Questo è il talento che abbiamo messo per te, ragazzo. vedi di non sprecarlo. ma i ragazzini sprecano tutto se non c’è qualcuno che li tiene d’occhio, e se i tuoi sono troppo incasinati per farlo loro, allora forse dovrei farlo io.”
Parto da questa frase per dire che i ragazzini di oggi, se non sono guidati dai genitori, che insegnano loro come comportarsi e come rapportarsi alle persone, loro andranno allo sbaraglio. Questa frase mi ha fatto riflettere perché talvolta, anche se non ci sono i genitori che possono aiutarci a crescere, abbiamo gli amici, delle persone straordinarie capace di capirci anche senza parlare.

Giuseppe Coppola

Il libro “Il corpo” è stato alquanto coinvolgente perché è riuscito a mostrare la realtà dei quattro protagonisti e come vivevano il rapporto con i loro genitori. I quattro ragazzi sono dotati di un grande senso di avventura: nonostante fossero turbati dalla notizia del ritrovamento del corpo, si sono incamminati verso l’avventura. Si percepisce molto anche il coraggio di affrontare i fratelli e le persone più grandi di loro, nonostante avessero molta paura. Mi ha colpito particolarmente la spensieratezza dei ragazzi nell’affrontare il lungo cammino per andare a vedere il corpo sentendosi legati fra di loro da un’amicizia molto forte.

Christian Iodice

Il libro tratta temi ancora oggi frequenti nella vita di noi ragazzi, ma lo fa in modo particolare, osservando una generazione lontana dalla nostra. Tratta le avventure di un gruppo di ragazzi la cui età è intorno ai tredici anni. Tutta la storia ruota attorno alla ricerca di un cadavere per ottenere un riconoscimento di valore. I temi ricorrenti sono quelli della paura, dell’amicizia e del coraggio.
La paura di un ragazzino di tredici anni nella nostra generazione è quella di un compito in classe o quella di una prova sportiva, mentre nel libro il corpo è quella della scoperta di un cadavere. L’amicizia intesa da noi, nel nostro tempo, a 13 anni è intesa come ridere, scherzare e giocare insieme e non fare forza comune per trovare un cadavere. Il coraggio a tredici anni nella nostra generazione non è certamente quello di trovare un cadavere.
Vien da sé che c’è una netta differenza tra le due generazioni.

Salvatore Mastropietro

 

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