Gruppo di lettura
L’isola di Arturo è un romanzo formativo col potere di coinvolgere il lettore permettendogli di calarsi totalmente nel testo grazie ai suoi due punti di forza: lo stile linguistico usato per le minuziose descrizioni che rendono l’immagine nitida ed il tema trattato. Arturo, orfano di madre, è un adolescente che vive su Procida, un’isola appartata dal mondo con il padre del quale porta avanti schemi e ideali e per il quale prova una grande ammirazione che rasenta l’idolatria. Quella di Arturo è un’adolescenza spensierata e candida passata a fantasticare sul mondo dei viaggi sull’esempio del padre, il quale è per la maggior parte del tempo via dall’isola. Arturo verrà messo alla prova dal mondo dei grandi, da cui non ci si può ritrarre e dal quale si viene segnati permanentemente. Di grande impatto sono l’innamoramento verso la nuova sposa del padre e la scoperta delle relazioni omosessuali che quest’ultimo coltivava e che lo spingevano a viaggiare spesso. All’età di 16 anni Arturo è cambiato, mutato dai processi dell’adolescenza che ci spingono a crescere facendoci perdere lentamente la spensieratezza, la purezza e la fantasia ma che al tempo stesso ci donano maturità e mezzi per poter affrontare le sfide future, per costruire i nostri sogni.
È dunque questo secondo me il messaggio da ricordare: l’adolescenza, e più in generale qualsiasi periodo di cambiamento della nostra vita, comporta mutamenti che spesso possono sembrare muri invalicabili dietro i quali però si nascondono altrettanti aspetti positivi a cui dobbiamo tendere gradualmente, vivendo ogni attimo del tempo a noi concesso.