Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

L’amicizia che salva


Syria Lodolo

ITC Lombardo Radice - Roma

Nome Scuola

ITC Lombardo Radice

Città Scuola

Roma

Come capire che il racconto che stai leggendo è “una bella storia”? Perché ti “aiuta a farti scordare un po’ il fardello della realtà e condurti in un luogo in cui non sei mai stato. È il genere di magie più dolci che ci sia”. È così che Stephen King, autore del romanzo “The Body” definisce il suo libro, come una forza invisibile che riesce a farti entrare nel vivo della storia. Questa “magia” non caratterizza solo questo romanzo, ma anche altri Best Sellers di cui King ne è l’autore. Egli nacque a Portland il 21 settembre 1947 e viene definito come uno dei più celebri autori della letteratura fantastica e horror, del XX e il XXI secolo. La sua vita fu segnata da un evento importante: la scomparsa del padre, che un giorno uscirà di casa e non tornerà più. Questa mancanza segnerà il suo futuro e verrà ripresa più volte nei suoi libri, come in questo, dove emergono tra i protagonisti difficili i rapporti padre-figlio. Questo romanzo narra le avventure di quattro ragazzi, Gordie, Chris, Vern e Teddy, che durante il periodo estivo amano passare le giornate insieme giocando a carte e leggendo fumetti, o novità di quell’anno andare alla ricerca di un cadavere sui binari del treno in mezzo al bosco. Sarà un viaggio molto costruttivo per tutti loro che li porterà a condividere sia i momenti di gioia che di tristezza, ma anche confessioni intime, diventando così un ricordo indelebile e importante nelle loro vite. Riusciranno a trovare il cadavere e a rendergli giustizia? Se vogliamo, potremmo riassumere il libro in una singola parola: amicizia, ma non una come tante, bensì quella con la”a” maiuscola il cui significato è impersonificato in uno dei personaggi: Chris. Chris è un personaggio particolare proveniente da una famiglia problematica, tutti i suoi fratelli e il padre entrano ed escono dal carcere, e per questo è giudicato per ciò che fai in base alle azioni dei suoi familiari, e più volte colpevolizzato ingiustamente. Lui stesso afferma: “io, Chris Chambers, fratello minore di Frank Chambers e Eyeball Chambers. Pensi che qualcuno mi avrebbe creduto?” Con essa riesce a far capire al lettore che ormai ha rinunciato a lottare per affermare la sua innocenza, e per questo vorrebbe andarsene da Castel Rock e in particolare dalla sua famiglia, per ricominciare. Egli è un ragazzo determinato, ma arrendevole, intelligente e premuroso con i suoi amici in particolare con il suo migliore amico, Gordie. Per questo ritengo sia l’impersonificazione dell’amicizia, uno dei temi principali del libro, in quanto non riuscendo a salvare se stesso, fa di tutto pur di salvare Gordie da un destino che non è il suo, e perciò, è il personaggio che ammiro di più tra i tanti, perché è l’unico a credere in Gordie, vuole farlo emergere in mezzo a tutti loro perché egli merita di stare in un altro ambiente con altre persone che possano capirlo e non ridicolizzarlo. Chris è un amico leale e fedele, che va contro i suoi interessi per il bene del suo amico; egli è l’amico che tutti noi abbiamo, che vorremmo o in cui ci rispecchiamo, senza cui questa storia, ripensandoci, non sarebbe stata scritta. Come avrete intuito dalla trama, il tema dell’amicizia, non è l’unico che si evince dal romanzo, ma ce ne sono anche altri, come la morte, rappresentata dal cadavere di Ray Brower e definita una via di fuga per chi ha “troppa paura per continuare a vivere”; l’avventura, per l’impresa che i quattro ragazzi intraprenderanno; la crescita, definita da Gordie come un “rituale cruciale della vita, un rito di passaggio in un corridoio magico, dove viene il cambiamento” e in questo caso specifico si parla del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, che intraprenderanno dopo la conclusione dell’impresa, perdendo lo sguardo innocente sul mondo. Inoltre, King fa capire al lettore l’importanza delle parole che sono delle armi a doppio taglio, da una parte consolano e dall’altra feriscono, mettendo in guardia il lettore e facendolo riflettere su come esse vengano utilizzate. Vi è mai capitato di voler dire un qualcosa al proprio amico o amica, un segreto, ma non ci riuscite perché avete paura, ma non sapete perché? Questo stato d’animo, quasi di impotenza, viene definito perfettamente nel libro affermando che: “Quando un segreto resta chiuso dentro non perché manca la voce per raccontarlo, ma perché mancano orecchie per capirlo”. È un qualcosa su cui non avevo mai riflettuto e penso nemmeno voi, che ha destato in me un sentimento di rabbia mista a della tristezza, perché mi sono resa conto che abbiamo paura di essere giudicati dalle persone. Ma ancora peggiore è la sensazione di essere ignorati, di essere invisibili di fronte alle persone, un sentimento di cui non ci si accorge, o forse solo dopo un po’, come fece Gordie il quale afferma che: “Non avevo mai capito la faccenda dell’essere ignorati, finché non ho dovuto scrivere una recensione sull’Uomo Invisibile”. Da ciò ne ho ricavato molta tristezza, soprattutto quella sentita da Gordie, che si sente il figlio escluso, solo, non amato e perciò bisognoso di amici. Grazie ad esso ho potuto completamente immedesimarmi in lui trovando anche degli aspetti in comune tra i suoi sentimenti provati in determinate situazioni e le mie, rispecchiandomici completamente. In questo romanzo, ciò che mi ha colpito di più dello stile di King, è stata la sua capacità di passare da un tono basso (per i dialoghi tra i ragazzi) a uno alto (per le descrizioni) e di far immaginare al lettore ciò che accadeva in quel momento nel libro come se fosse la scena di un film, grazie alla poca punteggiatura sanata da un’efficace descrizione che trascina il lettore nel vivo della storia, come accade nel momento in cui afferma: “Mi immaginavo le braccia che si alzavano, le mani sanguinolente piegate ad artiglio, e la sua voce che graffiava“ o ancora per rappresentare un timore ”Poi fu trascinato giù un’altra volta. Guardando nell’acqua limpida, riuscì a vedere due corpi nudi, gonfi che lo tenevano per le caviglie”. Attraverso queste descrizioni King fa emergere la parte macabra del libro, attraverso la concretizzazione delle paure dei protagonisti. Efficace non credete? In conclusione, consiglio di leggere questo libro a tutti e tutte coloro che vogliano appassionarsi ad una storia di vera amicizia, con un po’ di paura e magnificenza, perché non sembra di leggere un libro ma di vedere un film. E se fosse questo il caso, e fossimo gli Oscar, darei il premio di migliore attore non protagonista a Chris, poiché pur non essendo il vero protagonista di tutta la trama, egli è come un faro in mezzo alla nebbia, pronto a guidare le navi nella loro rotta affinché non possano mai perdersi.

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