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La cura da ogni male: l’amicizia


Stephanie Barbieri

Immaginazione e lavoro - Torino

Nome Scuola

Immaginazione e lavoro

Città Scuola

Torino

Ci sono periodi della vita in cui gli amici sono tutto quello di cui abbiamo bisogno: qualcuno su cui contare, una spalla su cui piangere, la forza per andare avanti, qualcuno che crede in te quando tu in primis non lo fai.
L’ amicizia è la cura da ogni male.
E’ un legame così unico perché nasce in modo totalmente spontaneo che si basa su fiducia e compatibilità.
Un amico è qualcuno che scegliamo con cui condividere parte della nostra vita, che sia un piccolo momento o metà vita, un amico rimane un piccolo tassello che completa l’intero puzzle.
Durante l’infanzia e/o l’adolescenza questi rapporti sono essenziali, gli amici diventano come un punto di riferimento, soprattutto perché queste fasi della vita sono caratterizzate dalla maturazione e crescita della persona e dai cambiamenti.
Sono fasi dove ogni scelta sembra complicata, ogni decisione pesante, ogni emozione più forte e intensa, e il bisogno di sentirsi capiti diventa essenziale.
E alla fine un amico è colui che rimane con te, colui che diventa il tuo compagno di vita e che ti aiuta a superare le difficoltà, colui che c’è sempre dimostrando che non sarai mai solo tu e la solitudine perché lui è lì, al tuo fianco.
L’ amicizia è quella cosa che nasce durante i momenti spensierati e che rimane in quelli difficili.
Un amico è anche colui che diventa il tuo rifugio, il tuo posto sicuro, quando le paranoie e le paure prendono il sopravvento.
“Essere amici significa anche diventare quel qualcuno disposto ad avere delle orecchie per sentire la voce di quei pensieri che teniamo dentro”.
Stephen King espone questa tematica in un modo non esplicito ma efficace che fa capire a fondo al lettore l’importanza dell’ amicizia e dell’avere qualcuno accanto che ti dona conforto e comprensione.
Lo scrittore la tratta attraverso il racconto del gruppo dei quattro amici ( Gordie, Vern, Chris e Teddy ) usando il loro legame come filo narrativo.
La loro nasce come una semplice amicizia che diventa, durante il loro percorso, una complicità vera creata dal bisogno di essere capiti e compresi e dal bisogno di sentirsi qualcuno in un mondo che li circonda che li fa sentire piccoli e insignificanti, o trascurati nel caso di Gordie.
I ragazzi sono segnati da problematiche che spesso si tengono dentro: Gordie porta il peso della morte del fratello e dell’essere diventato invisibile per i genitori, Vern del continuo essere preso in giro e dell’essere considerato non all’altezza, Chris dal giudizio degli altri e dal padre violento e alcolizzato e Teddy della violenza del padre.
Ma alla fine è proprio la fragilità e le debolezze che li legano e che danno vita al supporto, alla comprensione e alla fiducia che solo il gruppo di amici è in grado di darti. Non si parla solo del sentirsi capiti o di un qualcuno su cui contare, ma si parla anche della spensieratezza che portano quei piccoli momenti che fanno scollegare tutti i pensieri, le paure o le difficoltà che danno peso a un circolo di pensieri senza sosta. Quei piccoli momenti che dicono stop al peso che siamo abituati a portarci tutti i giorni appresso.
O anche della forza nel credere in te stesso, soprattutto quando tu non lo fai, e nel libro Stephen King è riuscito a esprimere anche questo concetto.
Lo scrittore mostra come questo gruppo non è una semplice comitiva di amici ma una vera e propria spalla su cui contare o una spinta nell’affrontare al meglio le difficoltà.
Per non parlare di come ci si sente a essere apprezzati da quelle piccolezze che credevi invisibili, e proprio i tuoi amici sono lì, a notare e a farti capire che è proprio quello a renderti unico. Gli amici sono presenti nelle vittorie, nelle sconfitte, nella crescita e nel miglioramento. Loro sono lì, a contribuire nel miglioramento e magari anche a darti consigli o a farti aprire gli occhi sulle cose che fanno da intralcio.
Tutto questo Stephen King ce lo mostra per esempio nel capitolo 17 dove narra del discorso fatto tra Gordie e Chris: Chris cerca di fargli capire che per il suo bene un giorno dovrà lasciare i suoi amici con il rischio che lo portino al loro livello e di non sprecare il suo talento con la scrittura ma di coltivarlo; Gordie lo ringrazia e cerca di dargli l’affetto e il sostegno che non ha mai ricevuto dalla sua famiglia.
In sintesi, i quattro ragazzi sono la forza e il conforto che al di fuori del loro gruppo non possono trovare.
Questi legami non hanno bisogno di chissà cosa per essere unici, ma basta anche solo la presenza nei momenti bui o uno sguardo che ti fa sentire capito.
E anche se la vita porta via quelle persone e le strade si dividono, ciò che si è vissuto insieme non si perde mai del tutto. Bisogna essere coscienti del fatto che, nonostante il modo in cui sia andata a finire, ciò rimane parte di noi. Poi chissà, magari questi legami si trasformeranno in storie che verranno raccontate ai nostri figli.

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