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Bisognerebbe leggere “Il corpo” perché è molto più di una semplice storia di ragazzi che vanno alla ricerca di un cadavere. È un viaggio nel cuore dell’amicizia vera, quella che lega a persone con cui si condivide tutto, dalle paure più grandi alle risate più fragorose. King riesce a far sentire dentro a quel gruppo di amici, a rivivere le estati della propria infanzia; quelle piene di avventure, scoperte e con quel pizzico di inquietudine che non guasta mai. Fa riflettere su come si cambia crescendo e su quanto siano importanti i legami che si formano da giovani. È una storia che tocca l’anima, anche se apparentemente parla di una gita un po’ macabra.
Questo libro può piacere a chi ama le storie di formazione, quelle che raccontano il passaggio dall’infanzia all’adolescenza con tutte le sue scoperte e i suoi dolori. Se piacciono i racconti che scavano dentro i sentimenti e le dinamiche tra amici, lo si troverà sicuramente coinvolgente.
Una frase che mi ha colpito e che penso che sia da conservare è: “La cosa più importante era che eravamo insieme”. Questa frase cattura l’essenza del tema dell’amicizia nel libro. Al di là dell’avventura e della ricerca del corpo, ciò che veramente conta è il legame indissolubile tra Gordie, Chris, Teddy e Vern. È un’affermazione semplice ma potente che sottolinea come, di fronte alle difficoltà e alle incertezze della vita e, in questo caso, anche della morte, la presenza degli amici veri sia il sostegno più grande. Rappresenta il cuore emotivo del racconto e il motivo per cui quei ricordi rimangono così vividi e importanti per il protagonista adulto.
Se questo libro fosse una canzone sarebbe “Stand by me”, che parla di amicizia duratura e del sostegno reciproco nei momenti difficili.
Se fosse una serie TV sarebbe “The OA”, in quanto narra di vicende simili a quelle del libro dando sempre il focus sull’amicizia e sul gruppo.
Se invece fosse un film sarebbe “Stand by me”, capace di catturare l’atmosfera del libro, la spensieratezza e le ombre dell’infanzia.
