“La peste” è un romanzo dello scrittore francese Albert Camus. La storia è ambientata nella città algerina di Orano, quando il luogo era sotto la dominazione francese degli anni quaranta. La città mercantile è descritta senz’alberi e senza giardini ed è popolata da cittadini che si dedicano costantemente al lavoro e agli affari. Il protagonista della storia è Bernard Rieux, medico francese di Orano e narratore del racconto, che viene condotto in terza persona. Poco dopo la partenza della moglie di Rieux, che si reca in una nuova città per sottoporsi a delle cure, essendo molto malata, ha veramente inizio la vicenda. Scoppia, infatti, un’improvvisa moria di ratti, a seguito della quale si diffonde, ad Orano, la peste. A causa di ciò tutto cambia: le relazioni, le persone, la vita. Tra la stanchezza, le paure e la solitudine nasce, però, una bellissima amicizia tra Rieux e un altro personaggio, Tarrou. Dopo la morte di quest’ultimo, tuttavia, il medico vive un periodo di grande sconforto, anche a causa della scoperta della morte della moglie. Tale amicizia, però, è centrale e il protagonista la porterà sempre nel cuore. Questo libro mi ha colpito molto poiché mi ha fatto rivivere, attraverso le diverse vicende raccontate, quanto accaduto dallo scoppio della pandemia SARS-COV-2 in Italia e nel mondo. Questi mesi sono stati difficili anche per noi ragazzi e ritengo che un elemento essenziale in tutto ciò sia stato proprio l’amicizia. Aver potuto condividere con gli amici, attraverso una videochiamata, le diverse emozioni provate è stato sicuramente per me molto importante e mi ha permesso di sentirmi vicina alle persone con cui abitualmente condividevo ogni giornata. Concluderei dicendo che se questo libro fosse una canzone per me sarebbe la colonna sonora di “C’era una volta in America”, di Ennio Morricone. Con le sue note morbide e la sua aria malinconica ritengo che sarebbe il sottofondo perfetto per descrivere quanto accaduto oggi nel mondo e ieri ad Orano.