“La peste” è un libro scritto da Albert Camus, che è stato scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo, giornalista e attivista francese. Il suo obbiettivo consiste nel descrivere la tragicità del ‘900 e di comprenderla in tutte le sue sfaccettature.
Scritto in terza persona, il libro ha come protagonista il medico Rieux, il quale entra in scena dopo una violenta epidemia che ha causato moltissimi morti. Il dottore non è solo, infatti, insieme a molti altri personaggi dell’opera cerca di sistemare la tragica situazione lottando contro un nemico molto pericoloso.
Il racconto è anche intriso di conflitti interni, tra cui quello fra Rieux e Paneloux. Quest’ultimo, nonostante fosse stato colpito dalla malattia, rifiuta l’aiuto della scienza per affidarsi al suo dio.
Leggendo questo libro, soprattutto in questo periodo di pandemia, mi sono reso conto che il comportamento dell’uomo non cambia mai sia nel bene che nel male. C’è chi nega l’esistenza di un problema, chi crede nella scienza, chi si affida al suo dio e chi vuole migliorare la situazione con tutti gli strumenti a disposizione.