Marino Amedeo
Torino, 5 settembre 2021
Recensione de “La peste” di Albert Camus
In questo libro pubblicato nel 1947, lo scrittore e pensatore Albert Camus ci narra un’immaginaria epidemia di peste nella citta africana di Orano, nel quale il dottore Rieux ed alcuni suoi compagni dovranno contrastare questa grande disgrazia.
La vicenda è ambientata in un momento non ben precisato degli anni ’40 del Ventesimo secolo ed è raccontata nella sua interezza in terza persona dal dottore protagonista. Proprio questa figura, per via della sua professione, riesce ad “educare” il lettore per i gesti ed i ragionamenti che compie riguardo la situazione del romanzo. La cittadina dove si svolge il tutto viene descritta come squallida, senza alberi, con le attività dedicate soprattutto al commercio. Gli stessi personaggi sono decisamente particolari, come se stessere riflettendo l’inadeguatezza della città per l’autore.
Le scene descritte nel romanzo mi hanno particolarmente colpito per la loro fredda brutalità: sono rimasto scioccato mentre leggevo le descrizioni degli effetti che la malattia ha avuto sul corpo degli infetti e anche il veloce ed inquietante annuncio della morte dei personaggi.
Il finale possiede un insegnamento che purtroppo è a noi molto vicino, in questi mesi, anni di emergenza sanitaria a causa dell’epidemia di covid 19: il dottore riconosce infatti che la precauzione che si deve usare nella prevenzione sanitaria non è mai troppa. Anche una malattia come la peste, ritenuta oramai scomparsa, può fare ritorno in qualunque momento, quando meno ce lo si aspetta.