Nel libro “L’isola di Arturo” di Elsa Morante il protagonista e narratore è un ragazzo che come presto sappiamo ha dovuto affrontare vari ostacoli. La mancanza di una madre segna il suo carattere già dalla nascita e questa mancanza lo influenzerà nelle scelte nel corso della sua vita. Il padre invece è poco presente, viaggia spesso allontanandosi dall’isola in cui lascia il figlio praticamente da solo. Questa situazione di solitudine e di privazione affettiva tuttavia stimola in Arturo una felice e ricca fantasia, che lo porta a immaginare che il padre Wilhelm sia una persona molto importante, quasi un Dio che ha creato per lui l’isola in cui vive.
Il suo primo approccio con il mondo esterno Arturo lo ha con l’arrivo della nuova moglie di suo padre: Nunziata. Il protagonista inizialmente la definisce “un mostro”, perché il padre così gli aveva descritto le donne, ma si rivelerà tutt’altro per lui, ovvero la sua prima amata.
Nei primi due mesi del matrimonio di Wilhelm e Nunziata emerge in Arturo il primo moto di gelosia, inizialmente nei confronti del padre, per via delle costanti attenzioni che il marito riservava alla donna e che il ragazzo non aveva mai ricevute da lui. Ma dopo qualche tempo la matrigna rimane incinta e il marito ricomincia a viaggiare allontanandosi e lasciandoli soli. Al momento del parto Arturo si scopre preoccupato per la ragazza: ha paura che le succeda qualcosa come capitò a sua madre e cerca l’aiuto di una levatrice. Invece non accadono imprevisti e nasce Carmine.
Nunziata si rivela una madre affettuosa e Arturo nota con turbamento la tenerezza della matrigna nei confronti del figlio. Il ragazzo allora inizia a desiderare di essere l’oggetto delle materne carezze della giovane e prende la decisione di inscenare un suicidio in modo tale da attirarne l’attenzione: assume perciò una forte dose delle pastiglie di sonnifero del padre. Nonostante la quantità di farmaco fosse potenzialmente letale per il suo peso, il protagonista riesce a sopravvivere grazie alla sua tempra anche se deve rimanere a letto qualche tempo, godendo così delle complete attenzioni della matrigna. Il suo piano dunque sembra aver funzionato, ma dopo la guarigione, preso da entusiasmo per le cure ricevute, bacia la donna sulle labbra senza pensare che tale gesto non poteva avere un significato filiale e rimane stupito dal rifiuto di Nunziata. I due si distanziano perdendo così i rapporti.
Ma Arturo vede crescere il fratellastro e col passare del tempo prova del sincero affetto per il bimbo, sebbene Nunziata cerchi di evitare di trovarsi da sola con lui. La presenza del bambino fa dunque da ponte tra i due, ma anche tra Arturo e il paese: Carminello e Nunziata avevano creato un piccolo mondo di rapporti con le vicine, che avevano cominciato a frequentare la casa per amicizia e per aiutare la giovane madre. E’ per via di queste frequentazioni che Arturo conosce un’amica di Nunziata, una vedova di nome Assunta, con la quale si addentra nel mondo della sessualità. La scoperta di questo nuovo aspetto della vita porta però il protagonista a conoscere la gelosia amorosa nel momento in cui scopre che la donna ha altri uomini.
La delusione più grande però viene dal padre, che si rivela tutt’altro rispetto a quello che il figlio immaginava.
In uno degli ultimi “ritorni” del padre a Procida Arturo è al molo per aspettarlo, com’è abituato sin da bambino. Ma Wilhelm cerca di allontanare il figlio, perché attende l’arrivo di un carcerato, Tonino Stella, detenuto che di lì a poco verrà liberato e che Arturo si ritrova in casa, il giorno della vigilia del proprio compleanno. L’uomo gli rivela che il padre prova nei suoi confronti dell’attrazione omosessuale e che i viaggi misteriosi per i quali Wilhelm partiva erano in realtà delle fughe in sua compagnia, così come hanno progettato di fare il giorno seguente.
Arturo è sconvolto: l’immagine fantastica del padre viene distrutta ed egli si chiude nella sua stanza per due giorni rifiutando il cibo. Solo Nunziata sembra ricordare il suo compleanno e preoccuparsi di lui. Ma Arturo è fuori di sé: si sente abbandonato, amareggiato, tradito. Nel giorno del suo sedicesimo compleanno, Arturo in preda alla furia racconta a Nunziata ciò che ha saputo: che il padre era innamorato di Tonino Stella e che era lui il motivo dei suoi misteriosi e lunghi viaggi. Confessa infine il suo amore verso la matrigna e tenta nuovamente di baciarla, non vedendo più ostacoli nel loro amore. Nunziata si rifiuta un’ultima volta e per questo motivo tra i due scoppia una lite, fino a quando Arturo con un gesto le strappa un orecchino ferendola a un lobo. Il ragazzo si rende conto che non può più sopportare quella situazione e decide quindi di scappare di casa.
Cercando riparo per la notte incontra di nuovo il suo balio Silvestro, con il quale decide di arruolarsi come volontario nella seconda guerra mondiale. Prima di andarsene Arturo chiede a Silvestro di andare da Nunziata per comunicarle la notizia della sua partenza. La donna chiede di portare ad Arturo un pezzo di pizza dolce preparata per il suo compleanno e come ricordo l’orecchino da lui strappato. Una volta ricevuti questi due doni ad Arturo viene la tentazione di tornare dalla matrigna, perché capisce che sono doni d’amore, ma decide di abbandonare l’isola senza voltarsi a guardarla, in modo da non avere ripensamenti.
Io ritengo Arturo una persona molto forte e sicura di sé, capace di reagire in modo deciso e in alcuni casi anche ragionevole. Questa sua sicurezza e determinazione si vedono per esempio nel fatto che cerca con costanza di far sì che la matrigna ricambi il suo amore e noi lettori lo capiamo dal fatto che come narratore ritorni molte volte su questo aspetto e sugli avvenimenti legati alla donna.
Ma le esperienze attraverso cui Arturo passa determinano a mio parere una sua profonda maturazione: il protagonista infatti percorre un lungo “viaggio” alla scoperta di nuove emozioni partendo dalla curiosità (per quanto riguarda i tentativi di baci alla matrigna), ma sperimentando anche la gelosia e infine decidendo di vivere il dolore della separazione. Secondo me questa contrastata evoluzione dei suoi sentimenti può essere dovuta al breve lasso di tempo in cui Arturo fa queste “scoperte di vita“ ed è più che normale che abbia reagito in questo modo per via della mancanza “originaria” di una madre che l’accompagnasse nella sua crescita emotiva.