“La peste” è un romanzo di Albert Camus, realizzato alla metà del Novecento.
Il racconto è ambientato a Orano in Algeria, improvvisamente colpita dalla peste.
A causa del dilagare dell’epidemia, la piccola cittadina precipita nella confusione e nella disperazione. È proprio questo il motivo che catapulta tutti i personaggi a fare i conti con la sofferenza e ad affrontare la paura, che genera in loro un profondo senso di tristezza e malinconia.
L’amore, il senso profondo della lontananza e le strategie per il controllo sanitario della peste, sono i temi chiave del libro. Questi si intersecano tra di loro, poiché i personaggi affrontano singolarmente, sia la speranza che tutto possa tornare come prima del flagello, sia la mancanza dell’amore all’interno delle loro vite, provocata dal temporaneo periodo di isolamento della città.
I passaggi e gli snodi narrativi vengono condotti con un linguaggio semplice e conciso, che attrae il lettore anche per merito delle emozioni, che scaturiscono dalla vicenda e sono fondamentali per la comprensione del racconto.
Il narratore è imparziale, ascolta, osserva ed esprime i suoi pensieri. In questo modo l’autore ha dato la possibilità ai lettori di riflettere sugli avvenimenti e sviluppare il proprio senso critico, mediante le pause, volute da Camus, in cui vengono spiegati alcuni aspetti da un punto di vista oggettivo.
Inoltre, durante il dipanarsi della storia, i personaggi si trovano davanti a diverse e innumerevoli difficoltà; esse rappresenteranno per loro l’inizio di un cambiamento interiore, grazie al quale potranno far leva per sconfiggere il flagello.
“Per dire semplicemente quel che si impara dai flagelli, che ci sono negli uomini più cose da ammirare che cose da disprezzare.” Camus sottolinea che, durante i momenti complessi e difficili, i quali mettono alla prova l’uomo, vi è sempre qualcosa di inaspettato e speciale, che fa emergere la vera essenza dell’individuo.