Attraverso un dibattito partito da La linea del colore sono emerse la persistenza e la permanenza della cultura e del ricordo coloniale in Italia, ma anche la potenzialità della letteratura di proporre modelli alternativi, di ridare voce, spazio, corpo e rappresentazione ad artiste afrodiscendenti, alla loro azione attiva e alle lotte che hanno condotto.
La creazione di una figura ad hoc, quella di Lafanu Brown, che condensi aspetti in parte reali in parte distillati dallo studio e dalle ricerche dell’autrice, permette di proporre un modello e un punto di osservazione per condurre lo sguardo su due storie di discriminazione, auto-determinazione e riscatto; narrazioni attraverso le quali è possibile creare un parallelismo tra due piani temporali, l’Italia e l’Europa di fine ‘800 e di oggi, distanti solo sui libri di storia.
L’opera di Igiaba Scego tanto come autrice quanto come curatrice di antologie di scrittrici donne afrodiscendenti, sortisce un duplice effetto: da una parte è strumento per incrementare la consapevolezza di discriminazioni, ingiustizie e sofferenze alle quali siamo state/i anestetizzate/i; d’altro canto consente di creare spazio per dare voce, forma e corpo ad identità lasciate per secoli nel silenzio.
Il dialogo con l’autrice e la sua disponibilità hanno permesso di spostare i riflettori sull’ indifferenza generalizzata, su razzismo interiorizzato con il quale spesso, in modo quasi inconsapevole, conviviamo: penso ad un interessante intervento sull’onomastica urbana di una partecipante, grazie al quale è stato possibile toccare l’importanza della risignificazione dei monumenti coloniali.
La ricchezza di Scego è nel suo sguardo onnicomprensivo e allargato sul contemporaneo, così come nella sua semplicità e chiarezza: non c’è rabbia fine a se stessa, ma desiderio di parlare, di “mettere a conoscenza”, di proporre, attraverso la costruzione di mondi verosimili, uno spaccato di realtà nei confronti del quale ciascuno può assumere una parte di responsabilità e di azione, come accade nei capitoli “contemporanei” di La linea del colore.
Il dialogo con l’autrice nel suo ruolo di curatrice di antologie ha consentito di confrontarsi sulle difficoltà che il mondo editoriale riscontra nel lasciare spazio ad autrici afroscendenti, ma anche al progressivo successo e interesse suscitato da proposte come l’antologia Future nella quale sono presenti donne portatrici di identità stratificate, molteplici e per questo quanto mai contemporanee e reali.
Ascoltare Igiaba Scego, partecipare ad uno scambio denso di questioni e prospettive ha costituto un’occasione di arricchimento personale per gli spunti di riflessione emersi, per i suggerimenti di lettura e per il percorso di consapevolezza su quanto sia fondamentale rendere sempre più intersezionale e flessibile il dibattito sulla rappresentazione e rappresentatività in letteratura di identità multiple e preziose.