Io di solito non uso parole che fanno bene o che fanno male a seconda di come mi sento. Se mi sento allegro di stare con quella persona dico tutte le parole che mi vengono in mente in quel momento; quando invece mi obbligano a stare con qualcuno, non gli dico neanche “ciao” perché è come se mi stessero obbligando a complimentarmi con qualcuno che non conosco in maniera troppo approfondita. Le volte in cui sono state usate parole brutte su di me è stato a scuola o al parco, con gli amici. Io ovviamente non ho risposto e l’ho presa a ridere, ma in realtà volevo fare l’esatto opposto. E’ come se il corpo facesse quello che voleva senza rispondere ai miei comandi. Adesso queste persone non so neanche dove siano e non mi interessa saperlo. Non voglio parlare di questi “bulli” solo in modo negativo perché, in effetti, loro mi hanno insegnato che anche io so difendermi da questi attacchi che purtroppo mi accompagneranno per tutta la vita.