É possibile razionalizzare i metodi di propaganda dell’estrema destra?
Queste ideologie nostalgiche , pur sembrando radicate nell’irrazionalità, hanno avuto un grande successo nelle politiche di gran parte del mondo occidentale.
Nell’inchiesta Right Watch o Occhio a destra diverse testate giornalistiche europee hanno dimostrato, attraverso la tecnica del fact-checking, la falsità di certi slogan della destra istituzionale.
I giornalisti Gian Paolo Accardo (VoxEurop) e Annalisa Camilli (Internazionale), in un incontro presso il Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara il 3 ottobre, hanno analizzato il modo in cui i cardini ideologici delle nuove destre sono passati da essere considerati “idee strambe, razziste e violente” a “egemoni” nella politica occidentale. Come capri espiatori delle problematiche della società i nuovi governi di destra si sono concentrati su quattro macro temi : 1) minoranze religiose (islamofobia), 2) libertà riproduttiva della comunità lgbtq+ e della donna, 3) clima e 4) immigrazione.
Su quest’ultimo aspetto la preoccupazione principale è quella della sostituzione etnica, problema al quale l’unica soluzione possibile sarebbe la “remigrazione”. Riguardo a questo termine Camilli afferma : ”Tramite il fact-checking è stato dimostrato che quello della remigrazione è un progetto di deportazione di massa di stranieri che non tiene conto delle leggi fondamentali dei nostri paesi”. Per esempio, il presidente americano Trump, con successo, è riuscito ad attivare un processo di remigrazione dei latino-americani deportando centinaia di “removable aliens”. Un simile progetto inglese, che si poneva come obbiettivo quello di indirizzare i richiedenti asilo dell’Inghilterra verso il Ruanda, non si è potuto invece concludere in virtù dei vincoli sulla migrazione stabiliti dalla Corte Europea.
Nonostante l’illegalità e la amoralità evidenti di queste concezioni politiche, gran parte del pubblico costituito da “maschi giovani e istruiti” se ne sono interessati anche grazie alle piattaforme digitali che ne hanno permesso e alimentato la diffusione. Infatti l’hate speech aumenta il tempo trascorso sui social di un determinato pubblico e polarizza gli utenti che consumano tali contenuti.
Si può concludere che alcuni metodi di propaganda dell’estrema destra, sfruttando intelligentemente l’opinione comune secondo la quale il buonsenso risiede nel popolo, parlano alla pancia delle persone e si presentano come alternativa alle proposte eccessivamente scientifiche ed elaborate della sinistra.