Michel Faber ha presentato il suo ultimo libro a Vita Super Nova, nel quale lo spazio narrativo si biforca in due percorsi: il nostro mondo, nel quale viene presentata la Dhikilo, ragazza somala adottata da genitori inglesi, e l’ “altro” mondo, nel quale la protagonista compie un viaggio in una dimensione fantastica.
L’elaborazione di quest’opera è stata un lungo percorso, durato trentacinque anni, durante i quali l’autore ha cercato di comprendere le necessità dei ragazzi e di entrare in sintonia con il loro immaginario.
L’incipit che ritorna e che costituisce il nucleo tematico della storia è la sparizione della lettera D. Afferma Faber di aver scelto la lettera D per celebrare il centocinquantesimo anniversario della morte di Charles Dickens, inserendo in suo onore dei riferimenti che costituiscono una sorta di gioco letterario, rivolto ad un pubblico più colto. La D però, come puntualizza l’autore, può essere sostituita nelle traduzioni con altre lettere venendo incontro alle varie esigenze linguistiche.
Il pubblico a cui si riferisce Faber è prevalentemente giovanile, al quale cerca di trasmettere positività, scegliendo di concentrarsi sulle emozioni e sullo spirito più profondo del libro.
Nonostante sia un’opera portata a termine durante il passaggio il periodo alla brexit, durante il quale è emersa nel Regno Unito una forte spinta xenofoba, gli elementi politici sono secondari alla storia: il lettore può scegliere di focalizzarsi e lasciarsi prendere solo dal racconto, nonostante l’origine africana della protagonista.
A differenza dei suoi libri precedenti, Faber non ha seguito schemi precisi e definisce il metodo di scrittura di questo libro una “composizione musicale”. Anche i titoli sembrano infatti dare il ritmo alla storia, rendendola particolarmente avvincente.
Si tratta di sicuro di un libro che segna profondamente i suoi lettori, accompagnandoli con leggerezza in un viaggio fantastico.