Venerdì 24 marzo 2023, presso l’ex Convento di San Francesco di Pordenone, Maylis De Kerangal (protagonista di Dedica Festival 2023) ha incontrato gli studenti delle scuole superiori, per premiare i vincitori del concorso “Parole e immagini per Maylis De Kerangal”. Per tutti coloro che hanno partecipato invece al progetto “La scena della Parola”, l’incontro è stato occasione di approfondimento circa alcune tematiche emerse durante lettura dei libri della scrittrice.
Ad aprire l’incontro, Annamaria Manfredelli, che ha esposto al pubblico la finalità dell’evento, porgendo i ringraziamenti agli enti sostenitori e a tutti coloro che hanno aderito ai percorsi didattici proposti. Successivamente, Daniela Gasparotto, coordinatrice del progetto Dedica Scuola, ha esposto nel dettaglio l’iniziativa proposta alle scuole, accolta da 30 classi per un totale di circa 600 studenti, che hanno prodotto per il concorso 163 elaborati. Ringraziamo la presentatrice per aver citato e ringraziato il nostro team di blogger del Liceo Grigoletti.
Saliti sul palco Maylis De Kerangal e l’assessore Parigi del Comune di Pordenone, Daniela Gasparotto ha dato inizio alle premiazioni. Ad ogni premiazione è stata associata ed esposta la motivazione che ha portato i giudici alla scelta.
Per la scrittura (biennio) sono state premiate Beatrice Vicenzotto (Liceo Leopardi Majorana) con “Torce al vento” e Giulia De Martin (Liceo Grigoletti) con “Motivi per i quali è importante leggere Corniche Kennedy di Maylis de Kerangal”. Per la sezione linguaggio multimediale (biennio) si sono aggiudicate il voto della giuria due classi dell’ISIS P. Sarpi di San Vito al Tagliamento, con l’elaborato “Frammenti di sguardi. À ce stade de la route”.
Premiati dalla scrittrice e Antonio Zamberlan (Presidente di BCC Pordenonese e Monsile) per la scrittura (triennio) Emma Pignat del Liceo Le Filandiere Di San Vito al Tagliamento con il monologo “Senza cuore” e Anna Casagrande (Liceo Leopardi-Majorana) con “La casa delle voci”. Inoltre, premiata dalla scrittrice e Claudio Pedrotti (di COOP Alleanza 3.0) Linda Roman del Liceo Grigoletti con il testo “A cuore aperto”. Premio per il linguaggio visivo per le classi del triennio a tre ragazze dell’Istituto Galvani di Cordenons: Alexandra Bratopascu, Laura Favro e Vittoria Ortolan, che hanno presentato il loro elaborato intitolato: “L’arte e il sorprendente viaggio dentro noi stessi”.
Particolare è stata la presenza di Roberto Peressutti, Marialaura Martin e Antonio Zille, coordinatori del centro regionale trapianti e dell’Aido, chiamati sul palco per premiare due presentazioni multimediali (triennio) inerenti al tema del trapianto degli organi. Il pubblico ha potuto visionare le presentazioni di “Pneuma” di Francesca Borsetti, e di “Reparer les vivants: quando la morte dona la vita” di Matilde Facchin e Martina Fenos. Le tre ragazze sono alunne presso il Liceo Grigoletti.
Finite le premiazioni, gli alunni hanno avuto un profondo e sincero confronto con Maylis de Kerangal, cogliendo l’occasione di porle alcuni quesiti affioranti durante la lettura dei suoi romanzi. I temi trattati sono stati dei più vari. In principio, l’importanza della presenza di protagonisti adolescenti, caratterizzati da un’età di incertezza ma anche di possibilità di scelta e di futuro, di energia e di euforia, nonostante le loro vite non siano semplici e lineari. La scrittrice ha risposto ad alcune domande inerenti alle sue abitudini di scrittura (che prevedono una determinata atmosfera mentale preparativa) e alla sua visione di scrittura, azione che deve consentire l’espressione non standardizzata della voce e dei pensieri dell’autore. In particolare, i ragazzi si sono chiesti se nei libri della scrittrice vi fossero delle sezioni autobiografiche: Maylis de Kerangal ha confermato, facendo riferimento ad alcuni aneddoti della sua vita che sono stati d’ispirazione come, ad esempio, la morte di una persona a lei vicina che l’ha portata a scrivere sul delicato tema del trapianto. Rilevante la riflessione riguardo alle donne scrittrici: Maylis è contraria allo stereotipo secondo il quale scrittura femminile e maschile sono diversi. Nonostante ciò, riconosce nelle donne una particolare capacità di cogliere le sfumature più profonde e di sapersi decentralizzare, capacità appresa durante i secoli di invisibilità e di esclusione dalle posizioni centrali.
Beatrice Bettin, Liceo Scientifico M. Grigoletti, Pordenone