Oggi, 07/10/2023, nell’ambito della manifestazione Portici di Carta, lo scrittore Benjamin Labatut ha presentato il nuovo libro “Maniac”, edito da Adelphi. Nella sala multimediale delle Gallerie d’Italia, gremita di gente, Labatut, intervistato da Paolo Giordano, ci ha portato all’interno del suo affascinante mondo fatto di letteratura, storia, filosofia e scienza.
“Non svelo mai da dove hanno origine i miei libri, nemmeno io ne sono a conoscenza in quanto essi provengono dal subconscio“: con questa affermazione esordisce l’autore cileno, specificando che il suo ultimo lavoro “é frutto del subconscio e dell’ interesse per i principi fondamentali della matematica“.
Come si deduce dal titolo, centrale é l’elemento della pazzia. Labatut spiega che “la follia è nascosta nella parte più razionale del nostro cervello e anche le menti più equilibrate non possono sfuggirle. La matematica stessa deve essere concepita come un folle gioco“. Da qui deriva la sua visione critica secondo cui
” la crescita dell’evoluzione tecnologica non comporta la produzione di un mondo più ordinato e assolutamente comprensibile, ma al contrario tutto appare sfuggire al controllo umano“.
In Maniac, Labatut si immerge nella vita di tre grandi scienziati, Ehrenfest, von Neumann e Hassabis. Questi risultano l’emblema dell’ alternanza tra follia e razionalità, tra ordine e disordine, tra sogni grandiosi e incubi tremendi scaturiti dallo scontro tra la propria genialità e gli inevitabili limiti posti dalla realtà.
Come esseri umani fatichiamo a farci bastare il mondo che viviamo. Gli scienziati soffrono molto i limiti della realtà, ma nella letteratura il finito può espandersi in infinito. Labatut si ritiene, quindi, estremamente fortunato perchè la scrittura di un libro permette di realizzare un incantesimo: superare i confini imposti dal reale.
