Cronache, Salone del libro 2021

Lidia Ravera e gli anni di piombo


Paolo Cagna, Chiara Orzelleca, Liceo Classico Vittorio Alfieri


Lidia Ravera guarda al passato con una certa nostalgia. Nostalgia di un’epoca in cui sì, l’ossessione per glorificare la felicità non era così amplificata come al giorno d’oggi, ma lo spazio per la propria crescita morale e culturale era più ampio.

“Si criticano sempre gli anni di piombo per la brutta condizione sociale in cui ci trovavamo, ma d’altro canto penso che in quel periodo ci fosse più tempo e voglia di crescere culturalmente; a 16 anni leggevamo 4 o 5 giornali al giorno”.

Nella presentazione del suo nuovo libro “Avanti, parla”, Lidia ha posto l’accento su un aspetto della vita di ognuno di noi che spesso viene visto come negativo: la solitudine. La protagonista Giovanna infatti si auto-esilia dal mondo dopo il pensionamento e perde tutti i contatti esterni. Solo la piccola Malvina, la bambina dei vicini casa, pura e gioiosa, la riporterà in vita, ad un tardivo inizio e la allontanerà dal tormento della sua maturità e degli avvenimenti passati. Giovanna ha scontato la sua pena con la giustizia, dopo aver preso parte alle lotte armate negli anni di piombo, ma non l’ha mai scontata con se stessa. Questo romanzo è un inno al dolce perdono verso se stessi e un inno alla vita.

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