Cronache, Internazionale a Ferrara 2025

L’euforia di scendere in piazza


Francesco Ragazzi, Lorenzo Morelli

Liceo L. Ariosto - Ferrara

Venivano promulgate leggi anti-protesta, sferrati attacchi alla stampa, imposti controlli all’informazione: è questa la situazione in cui si trovavano i cittadini egiziani agli albori della Primavera Araba. Ne hanno parlato Marta Bellingeri e Costanza Spocci all’incontro di Internazionale a Ferrara sabato 4 ottobre 2025, dialogando con Francesca Gnetti sul loro saggio Generazione Cairo (Feltrinelli, 2025).

Nel libro sono narrate diverse storie di chi ha fatto la resistenza e lottato contro l’oppressione del dispotico governo egiziano. Tra questi spicca Sanaa Seif, attivista esemplare per la difesa dei diritti umani, che aveva seguito la vicenda del fratello, Alaa Fattah, liberato dopo numerosi anni di carcerazione irregolare e ingiusta, per cui la madre Laila Soueif aveva fatto uno sciopero della fame per 6 mesi.

Questo saggio riflette sul significato delle proteste ed esalta i martiri delle manifestazioni che hanno dato la vita per riprendersi la Storia che appartiene loro. Le autrici hanno sottolineato quanto queste vicende ci siano più vicine di quanto pensiamo. Hanno fatto riferimento agli italiani scesi in piazza il 3 ottobre 2025, per far percepire al pubblico la loro prossimità.

Entrambe le scrittrici hanno spiegato come la politica attuale del Cairo sia strettamente legata al governo internazionale, perché la capitale non può permettersi diplomaticamente ed economicamente di rompere i legami con i paesi stranieri, benché carnefici come Israele. Allo stesso tempo, però, il governo egiziano sfrutta questa sua dipendenza come strumento di potere, tentando così di risollevare un’economia profondamente segnata dalle crisi

Le autrici hanno esortato a fare attenzione non solo a ciò che ci sta davanti agli occhi, ma anche a ciò che succede al di fuori dei nostri confini, dicendo che “la politica estera ci fa capire che tutto ciò che accade è connesso”. 

Contro il dispotismo gli oppressi hanno un’arma che fa molta paura alle istituzioni dittatoriali: l’unione, un senso comune che nel corso della Storia ha soverchiato interi imperi. Nel descrivere le manifestazioni della primavera araba Costanza Spocci ha affermato: “si percepiva tra le strade qualcosa di potente: l’euforia di scendere in piazza”.

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