Legalizzare o decriminalizzare?
E’ stato questo uno dei temi dell’incontro di venerdì 30 settembre Segnali di fumo al Festival Internazionale. A dare inizio al dialogo è stata Antonella Soldo, studiosa italiana esperta di politiche sugli stupefacenti. Facendo riferimento alla legalizzazione della cannabis concessa dal Premier del Canada Justin Trudeau, la Soldo ha invitato il giornalista canadese Jonathan Hiltz a esprimere il suo parere evidenziando i punti di forza e le criticità della scelta. Si è inserita nella discussione Désirée Attard, avvocatessa e attivista maltese, che spiega come la legalizzazione a Malta sia avvenuta in meno di un anno per il dibattito ufficiale, mentre, all’atto pratico, la società si stava preparando già da diversi anni. Ha aggiunto inoltre che il principio era il bene della comunità e non la commercializzazione del prodotto.
Grazie all’intervento del giornalista, fotografo e attivista olandese Derrick Bergman, è stato possibile sfatare il mito dell’Olanda libera: al contrario di quanto si pensi, anche in Olanda, proprio come in Italia, la cannabis non è legale.
In conclusione, quale consiglio dare ad un governo che decide di cambiare leggi sulle sostanze e scegliere una via diversa dal Proibizionismo? Il primo a prendere parola è stato Jonathan Hiltz il quale sostiene che se un governo vuole cambiare e desidera procedere deve farlo, ma coinvolgendo tutti. Sarebbe inoltre auspicabile valutare la base scientifica della cannabis e definire i limiti di età e i luoghi appositi in cui consumarla. A sostenere questa soluzione è anche Derrick Bergman che sottolinea un paradosso da evitare: è consentito usare la cannabis, ma non lo è coltivarla. Per mostrare un esempio concreto, la moderatrice Antonella Soldo ha raccontato la storia di Cristian, un ragazzo di venticinque anni affetto da fibromialgia, che è stato messo agli arresti domiciliari per aver coltivato piante di cannabis nella sua abitazione. Dopo un lungo processo è stato però assolto poiché si è dimostrato che la piantagione era a scopo curativo.
L’approvazione della cannabis è dunque spesso oggetto di pregiudizi dovuti all’ignoranza che potrebbero essere sfatati da una maggiore informazione.