“Se uccidessero mia figlia, proverei odio anch’io”. A dirlo è stato Emmanuel Carrère durante l’incontro di presentazione del suo nuovo libro V13 edito da Adelphi, che ricostruisce l’attentato di matrice islamica avvenuto venerdì 13 novembre 2015 al Bataclan e nelle vie di Parigi, in cui morirono 130 persone. Marco Imarisio, intervistando Emmanuel Carrère, ha chiesto “Esiste un limite a ciò che si può scrivere di determinate testimonianze?”. Carrère ha risposto “In alcuni casi ho preferito non parlarne io e usare le virgolette, in altri invece, fin dove era possibile andare, ho sentito di dover scrivere tale e quale a come mi era stato raccontato”.
Carrère ha dichiarato che secondo lui l’affermazione di Manuel Valls “capire o cercare di capire è già perdonare” non ha senso (usando un’espressione molto più colorita), in quanto all’autore piacerebbe conoscere le motivazioni di Putin riguardo alla guerra, ma ciò non vorrebbe dire supportarlo o giustificarlo.Verso la fine dell’incontro ha annunciato che a breve scriverà la sceneggiatura del libro Il mago di Cremlino di Giuliano Da Empoli, che racconta come fu costruito attraverso la propaganda il potere di Putin.