“Non sono umani!”, “Il diavolo li ha colpiti!”, “Meritano la pena capitale!”
1 ottobre 2022, 14:01, il Cinema Apollo ospita Sam Ndlovu, Stella Nyanzi e Selly Thiam, testimonianze viventi della comunità Queer africana.
“Cosa significa essere una persona Queer in Africa?” è la domanda che apre l’incontro, moderato dalla giornalista Francesca Sibani. Stella Nyanzi, ricercatrice in antropologa medica, racconta la propria esperienza da attivista nella lotta femminista e della comunità LGBTI+, costatale più volte la prigionia. Il principio alla base del suo attivismo è proprio il forte legame tra questi due temi, perché come ha affermato lei stessa: “la libertà delle donne non sarà mai completa finché non sarà riconosciuta a pieno la liberta delle persone Queer”. Al suo intervento segue quello di Sam Ndlovu, direttore della comunità TREAT, che racconta di quanto la sua identità di genere abbia ostacolato la sua arte. Vedendosi negata la possibilità di esprimersi per ciò che è, decide di rivendicare i sogni suoi e di tutte le persone transgender. All’attività di Sam Ndlovu si aggiunge quella di Selly Thiam, giornalista per il New York Times, avvicinatasi alla comunità Queer in seguito al tragico omicidio di un’attivista in Sierra Leone. Questo dramma suscita in lei la necessità di vedere le persone oltre le storie e di dare voce ad esse: è così che nasce il suo podcast Afroqueer.
Le attività dei tre ospiti sono tutte dirette a contrastare la severità e atrocità delle leggi contro i comportamenti non conformi alla “normalità” emanate dai governi africani. Sul tema, Stella Nyanzi ricorda il 2009, anno in cui alcuni deputati ugandesi proposero un progetto di legge che comportava la pena di morte per tutti coloro che manifestavano comportamenti omosessuali e l’arresto per coloro che, pur conoscendo la verità, sceglievano di non denunciare. Nello stesso anno, inoltre, il presidente-dittatore del Gambia ordina a tutti gli omosessuali di lasciare il paese entro le 48 ore. Tutte queste leggi erano finalizzate a disumanizzare le persone che non rispondevano allo schema eterosessuale e a legittimarne la criminalizzazione. Le difficoltà e gli ostacoli posti nelle vite di queste persone non hanno solo un’origine politica, ma anche culturale: basti pensare al fatto che ancora oggi le comunità africane tendono ad associare le persone Queer alla malattia dell’HIV.
Ciononostante, ci sono anche piccole vittorie che mantengono la comunità viva e perseverante nella lotta contro l’odio ingiustificato. Tutto questo è garantito soprattutto dall’attivismo concreto di personalità come Selly Thiam, Sam Ndlovu e Stella Nyanzi che combattono in prima fila affinché le persone Queer siano libere di raccontare la propria storia ed essere così se stessi, senza limiti o costrizioni.