“Non mancheranno solo le parole per farti comprendere, ma anche le strutture culturali che ti fanno esistere”. Queste le parole pronunciate da Irina Turcanu sul tema dell’Assenza nel suo libro Manca il sole, ma si sta bene lo stesso (Marsilio, 2024).
All’incontro di venerdì 16 maggio 2025 presso l’Arena Piemonte del Salone del Libro, l’autrice ha presentato, attraverso parole chiave evocative proposte dall’intervistatrice Silvia Rosa, il suo romanzo: un racconto familiare di formazione, in parte autobiografico, che ha come nucleo le vicende l’emigrazione dalla Romania all’Italia di Ina e della sua famiglia.
Irina ha affermato che l’Assenza è una patologia, che ci fa soffrire perché sentiamo di non poter vivere tutte le esperienze che vorremmo. Nel caso di una persona straniera questa definizione assume un significato ancora più intenso: condurre una duplice esistenza, tra quella rimasta nella madrepatria e quella nel paese accogliente, fa percepire l’infelice impossibilità di gestire contemporaneamente entrambe le vite.
“L’Adattamento è un trauma: è accettare che non sei più ciò che eri”. L’autrice ha sottolineato la difficoltà di conformarsi a regole e costrutti sociali non sempre simili a quelli con cui si è cresciuti, l’ostacolo di sentirsi strani ed emarginati da una società che non funziona secondo gli stessi principi. Ha affrontato anche il tema del linguaggio che può essere un ponte che congiunge la duplice identità esistente nell’animo di uno straniero.
“Il libro ti apre verso il mondo, verso la comprensione dell’altro”. Con queste semplici parole Irina ha inoltre evidenziato il potere intrinseco alla letteratura, mezzo attraverso cui è possibile far riflettere sulle differenze per apprezzarle in quanto tali: un modo per accettare la propria duplicità.
Utilizzando l’esempio della parola “Fata”, che in rumeno significa fanciulla, bambina, figlia e ragazza, mentre in italiano descrive una creatura folkloristica con poteri soprannaturali, l’autrice ha dichiarato di percepire una ricchezza che ricava proprio dalla sua doppia identità italo-rumena, un’arma a doppio taglio che la mette in difficoltà ma anche la rafforza.
Sebbene la diversità possa essere difficile da accettare e sia facile smarrirsi in una realtà che non ci appartiene, le differenze ci rendono unici ed è proprio questo che la storia familiare narrata nel libro di Irina prova a raccontare: la fortuna di essere speciali.