Martedí 18 Marzo, presso il Cinemazero di Pordenone, abbiamo avuto il privilegio di assistere alla reazione del grande autore Kader Abdolah al documentario che racconta la sua vita, durante il quinto appuntamento di Dedica Festival 2025. Sebbene il docufilm “Getting Older is Wonderful” fosse già stato trasmesso sulla TV nazionale dei Paesi Bassi, Abdolah, solitamente restio nel guardarsi, ha condiviso con il pubblico questo momento speciale.
Diretto e prodotto dal regista Italo-francese Fabrizio Polpettini, il film nasce dall’idea di raccontare la storia di un uomo che affronta numerose e difficili sfide, con il coraggio di essere testimone della propria esistenza.
Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani inizia a scrivere i suoi primi libri in persiano, spinto dall’intento di “trasformare dispiaceri e dolori vissuti in vino, in letteratura”. È qui che diventa quello che conosciamo noi oggi: Kader Abdolah, che cala la sua vera identità proprio in questo nom de plume, unione del nome di due suoi amici curdi assassinati dal regime iraniano. L’attività di oppositore continua e lo costringe a fuggire dall’Iran, dapprima in Turchia e poi nei Paesi Bassi, dove tuttora si trova esiliato. Lì continua la sua attività di scrittura, ma decide di farlo in una lingua diversa dalla sua: l’olandese, che può apparentemente sembrare un ostacolo. Kader Abdolah vede invece in questo una grande opportunità: la possibilità di eliminare i confini e i muri che la propria lingua madre pone davanti.
Il documentario si fonda dunque su questa “idea di traduzione”, che Polpettini vede anche nella figura paterna di Kader Abdolah: il padre dello scrittore è sordomuto ed è anche grazie a questo che si deve la libertà che il giovane autore ha e che gli consente di entrare in contatto con numerosissimi libri. Su tale base, quindi, il regista sviluppa un film che permette di capire meglio la storia di Kader, lavorando attraverso gli archivi e nella costruzione fattuale della storia recente dell’Iran. Il risultato è un’opera ricca anche di citazioni del cinema iraniano, che il regista vuole far dialogare in maniera immaginaria con ciò che è successo nella vita e nei libri dello scrittore: il racconto della trasformazione di una vita intera in letteratura.
Pierluca Battistella e Gioia Fiorini, Liceo scientifico M. Grigoletti, Pordenone