Laboratorio, Oltre la notizia

La realtà spiegata ai giovani


Classe 3 A

Liceo Classico - Artistico - Scienze Umane Pietro Colonna - Galatina (Lecce)

Il Progetto “Oltre la notizia – raccontare il mondo” del Salone Internazionale del Libro, in collaborazione col Corriere della Sera, ci ha dato la possibilità di riflettere su alcune importantissime tematiche affrontate da tre valenti giornalisti della prestigiosa testata. La lezione più interessante è stata, a nostro parere, quella di Antonella Baccaro, che ha spiegato in modo molto semplice concetti economici complessi: il valore economico di un bene, il risparmio, l’inflazione, gli interessi, gli investimenti, la retribuzione, la liquidazione, la pensione. Quello che maggiormente ci ha colpito del suo discorso, però, riguarda la necessità di gestire le emergenze in un mondo sempre più interconnesso. Attraverso i suoi esempi – il conflitto tra Russia e Ucraina, quello tra Israele e Hamas, la recente crisi del Mar Rosso soprattutto – abbiamo compreso che le questioni di natura geopolitica hanno un forte impatto nel settore economico. I commerci mondiali, in un mondo globalizzato, sono a rischio ogni volta che si apre un nuovo conflitto; è provato, inoltre, che l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, conseguenza delle varie guerre in atto, si scarica sul portafoglio dei consumatori. Qualsiasi cosa accada ha subito risonanza mondiale: questa riflessione ci richiama alla mente il famoso “effetto farfalla” di Edward Lorenz per cui un semplice battito d’ali di una farfalla può provocare cataclismi dall’altra parte del mondo. Ne consegue che siamo tutti molto fragili e che è necessario diversificare i partners commerciali in previsione di future crisi. Non potendo dare mai nulla per scontato, riteniamo che il nostro governo, al pari di quelli degli altri Paesi occidentali, debba predisporre dei piani di gestione dell’emergenza che garantiscano i sistemi di approvvigionamento e debba puntare su una maggiore cooperazione internazionale.

Ci ha fornito molti spunti di riflessione anche la lezione di Mario Garofalo sulle fake news, soprattutto sull’uso che se ne fa per polarizzare il dibattito pubblico e per far credere al mondo che l’esito di una battaglia sia diverso da quello reale. In guerra le fake news sono più che mai utilizzate: ma esse sono costantemente presenti anche nella nostra vita quotidiana. Le notizie false hanno infatti una rapidità di diffusione che è sei volte superiore rispetto a quelle vere. Garofalo ci ha indicato il modo per evitare di farci turlupinare: è necessario informarsi leggendo fonti attendibili, da quelle ufficiali a quelle universalmente riconosciute come autorevoli; ci ha spiegato che un buon giornalista esamina le dichiarazioni dei soggetti coinvolti e verifica l’autenticità delle fonti più e più volte, poiché non smette mai di avere dubbi. Secondo noi è fondamentale anche confrontare più fonti per farsi un’idea personale di un determinato evento. Distinguere una notizia falsa da una vera è fondamentale: come ha infatti affermato Hannah Arendt, il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso non esiste più. In tempi come questi, con l’IA che apre nuovi scenari e crea prodotti molto vicini alla realtà, dobbiamo stare molto più attenti che nel passato.

Marta Serafini ci ha raccontato la sua esperienza di inviata nei luoghi di guerra, coinvolgendoci nella sua narrazione soprattutto attraverso il tema delle crisi umanitarie che i conflitti generano. Ci hanno colpito le sue riflessioni sulle condizioni in cui vive la popolazione civile negli scenari di guerra; ci ha interessato la sua descrizione di conflitti contemporanei molto simili, per tanti aspetti, alle due guerre mondiali: trincee, filo spinato, cavalli di Frisia e giovani mandati al fronte fanno in modo che tali scenari bellici non differiscano da quelli di cui leggiamo sui testi scolastici. I conflitti attuali, spesso conseguenze di conflitti precedenti, causano molti traumi soprattutto nei bambini, che hanno davanti agli occhi quotidianamente lo spettacolo dei mutilati, i bombardamenti, il disagio di dover raggiungere i rifugi antiaerei ogni volta che suona un allarme, che soffrono la fame e la sete. I giovanissimi che vivono in zone di guerra non hanno la possibilità di seguire regolarmente gli studi, con disastrose conseguenze sulla loro formazione. Ricordiamo quanto ha pesato a noi il non poter frequentare la scuola durante il periodo del Covid e comprendiamo anche questo loro disagio. Altro problema di cui ha trattato la giornalista è quello degli immigrati che fuggono dai loro Paesi in guerra affrontando viaggi pericolosi sulle “carrette del mare”, senza la certezza di giungere incolumi né quella di essere accolti nel Paese d’arrivo.

Queste lezioni ci sono servite a comprendere meglio la realtà attuale: per questo siamo grati al progetto “Oltre la notizia” che ci ha proposto tematiche così coinvolgenti.

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