“Tutti i miei finali sono sorprendenti perché non li so finché non li scrivo”. Così Lisa Jewell ha concluso l’incontro tenutosi oggi nella Sala Internazionale del Salone del libro di Torino per presentare il suo libro “La notte in cui lei scomparve”. Rispondendo alle domande di Marco Malvaldi l’autrice inglese ha parlato del suo nuovo titolo e non solo, riflettendo su alcuni elementi tipici dei suoi romanzi e di attualità.
La scrittrice è partita innanzitutto dai sentimenti di felicità e paura e da come in pochi attimi si possa passare dall’una all’altra. In particolare ha analizzato una delle paure più radicate nell’essere umano: perdere il proprio figlio. Nel libro infatti la mamma Kim è indubbiamente felice poiché è sola con il nipotino mentre la figlia diciannovenne Tallulah e il suo compagno Zach sono usciti da soli, per la prima volta dalla nascita del bambino. Questa felicità si trasforma però in paura e terrore quando Tallulah e Zach non tornano: i due sono scomparsi, non torneranno più. La componente della paura quindi è fondamentale nel romanzo, viene prima riconosciuta e in seguito affrontata razionalmente nel tentativo di sconfiggerla e tornare alla gioia.
Fondamentale è l’ambientazione del romanzo, che si svolge nel collegio di un paesino inglese. L’autrice ha infatti ammesso che sfruttando questa scelta ha potuto giocare molto sui rapporti tra i ragazzi, che si riveleranno determinanti nel corso della storia. Inoltre in Inghilterra il collegio è visto come un luogo quasi romantico, e in questo caso come un luogo che accoglie i ragazzi più benestanti di Londra, i quali si contrappongono nettamente al villaggio e alla campagna, stravolgendo la vita degli abitanti. In questo collegio infatti vanno tutti gli studenti che non sono riusciti a superare gli esami in altre scuole; partendo da ciò, nel corso dell’incontro l’autrice si è dilungata sulla scuola in Inghilterra e non solo, parlando di quanto sarebbe bello un posto in cui ognuno possa imparare secondo le proprie capacità e definendo deludente l’insegnamento della letteratura proposto ai giovani.
Tornando al libro, la particolarità della trama è l’intrecciarsi di tre diversi piani temporali, che forniscono diversi punti di vista sulla situazione, risolvendo molti interrogativi.
Alla fine dell’incontro, Lisa Jewell ha parlato del suo metodo di scrittura, svelando che solitamente prima di cominciare effettivamente a comporre le sue opere cerca di pensarci il meno possibile, con lo scopo di non sapere troppo: prima di arrivare al finale infatti non sa mai che fine faranno i suoi personaggi.
Il romanzo thriller di Lisa Jewell quindi offre non solo un’interessante storia ricca di suspense, ma anche la possibilità di riflettere su diversi aspetti dell’animo umano e sulle dinamiche che si creano tra stili di vita contrastanti.