Le parole possono essere un’arma se usate in modo scorretto, proprio come ci ha insegnato il laboratorio di Oltre la Notizia
Le fake news sono informazioni false diffuse ad un vasto pubblico.
Mario Garofalo, giornalista del Corriere della Sera, ci ha illustrato diversi esempi di fake news a partire dal 2016, specificando, però, che esistono da sempre. Infatti, durante la guerra, venivano utilizzate fonti informali per andare contro la censura e scoprire cosa succedesse attraverso canali poco sicuri. Anche quando è scoppiato il Covid-19 sono apparse numerose fake news sul web che in seguito sono state rivelate e verificate, tramite la tecnica del debunking: un’opera di confutazione di informazioni false, frutto di credenze e convinzioni trasmesse in modo acritico o voluto.
Può capitare di diffondere una notizia falsa senza sapere che lo sia, ma diventa molto più grave quando invece lo si fa in modo consapevole, con lo scopo di sviare il pensiero comune.
A questo argomento si può facilmente collegare quello dell’echo chamber (lett. camera dell’eco), un fenomeno estremamente pericoloso che ti rende vittima inconsapevole, infatti, come abbiamo riscontrato, si ricevono solo notizie che rispecchiano le proprie opinioni, fino ad arrivare a pensare che, sostanzialmente, il mondo la pensi come noi.
Inoltre ci è stato spiegato che prima della rivoluzione digitale il rapporto tra colui che diffondeva la notizia e colui che la leggeva era di UNO-MOLTI, ora invece è diventato MOLTI-MOLTI. Questo ci ha fatto ragionare sui rischi che possono portare le molteplici persone che diffondono notizie, proprio perché si possono andare a creare dei fraintendimenti molto gravi che poi portano alla disseminazioni di fake-news anche involontariamente. Siamo, dunque, arrivate alla conclusione che sia importante non fidarsi di qualsiasi cosa si trovi online, nonostante provenga da una fonte considerata ‘sicura’, che va comunque controllata, per non lasciarci condizionare, né tantomeno condizionare gli altri che potrebbero cadere nella stessa trappola.
“I social, infatti, sono nemici della verità”, come riporta lo stesso giornalista Garofalo. Tuttavia non crediamo sia del tutto vero: i social possono riportare notizie false, ma sicuramente non tutte lo sono. Infatti questi possono agevolare la conoscenza di ciò che accade intorno a noi in tempo reale.
C’è purtroppo il riconoscimento della miopia metacognitiva, che condiziona il nostro pensiero. È un evidente debolezza del ragionamento tanto da venire a parlare di un vero e proprio “ostacolo” al giudizio razionale e al processo decisionale.
Garofalo ha anche sottolineato quali siano gli interessi per diffondere le fake news: politici (quindi usati come propaganda), ma anche economici (quindi siti creati apposta con link interattivi: più persone li cliccano, più riescono a guadagnare). Le persone che fanno uso di questi sistemi sono sempre più potenti nei loro diversi ambiti, perciò sarà sempre più difficile mettere una fine alla diffusione di notizie false.