Cronache, Internazionale a Ferrara 2025

La cultura non si ferma in guerra


Vittoria Poletti, Elena Tresso

Liceo L. Ariosto, Liceo V. Alfieri - Ferrara, Torino

La guerra in Ucraina che vediamo in televisione non corrisponde alla realtà di tutti i giorni per la maggior parte della popolazione. La vita quotidiana, tra tragedia e rari momenti di gioia, non si ferma, e così nemmeno la cultura. “La poesia è inevitabile” afferma Volodymyr Yermolenko, filosofo e cittadino ucraino, nel suo dialogo con il giornalista Andrea Pipino all’incontro al Festival Internazionale tenutosi il 4 ottobre al cinema Apollo. Sostiene infatti  l’importanza della cultura multietnica del suo paese e la necessità di costruire un‘identità nazionale ucraina che deve rimanere inclusiva anche in un periodo così divisivo.  “Dobbiamo ripensare alla nostra cultura, la cultura non è solo una decorazione, […] è  una questione di sopravvivenza, non possiamo vivere senza.”

Secondo il relatore, l’intenzione di Putin è quella di tornare all’antico Impero russo con un’unica lingua e cultura, cancellando le preesistenti tradizioni.

In Ucraina invece è presente una maggiore inclusione e tendenza a ribellarsi al potere totalitario; già a partire dal Novecento il paese inizia a vivere quello che il filosofo definisce “rinascimento ucraino”, un movimento che punta all’indipendenza e alla costruzione di un’identità nazionale. Questo processo è ancora in atto, ma è ostacolato dal conflitto armato cominciato nel 2022.

Strategica risulta essere anche la reazione internazionale. Come si sta comportando l’Europa nei confronti di questa crisi?

L’Europa sta reagendo come se la guerra fosse ancora solamente un problema ucraino, ma da recenti avvenimenti si può constatare come la guerra si stia espandendo nel resto del continente. La Russia sta compiendo questa azione ostile anche come vendetta dopo la Guerra Fredda, dunque non è mai stata rivolta solamente contro l’Ucraina. I vari Stati pongono i loro interessi sopra a quelli comuni. “Sta ricominciando l’era degli imperi (Russia, Cina, America…), […] l’Europa deve rimanere unita”.

Volodymyr Yermolenko in conclusione sostiene in un momento cosÍ tragico l’importanza che ognuno dia il proprio contributo nella speranza di poter trovare un nuovo equilibrio per una nazione unita“Il ruolo degli intellettuali è quello di essere attivi, […] di dare alla popolazione le parole per poter esprimere le loro emozioni.” 

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