Oggi 20 maggio 2022, al Salone del Libro di Torino, il professore Massimo Cacciari ha presentato il suo ultimo saggio Paradiso e naufragio, edito da Einaudi. Il libro è dedicato ad uno delle opere capitali che aprono il Novecento, L’uomo senza qualità di Robert Musil. Si tratta di un romanzo epico e sperimentale in cui l’autore vuole descrivere un mondo nel quale si deve cercare di conoscere, senza avere però più certezze a cui appigliarsi: è il mondo della crisi che coinvolge tutti gli ambiti, dalla filosofia alla politica, alla religione, alle scienze. Consapevole che dopo Einstein non c’è più un unico punto di vista, Musil vorrebbe trovare un accordo tra diverse prospettive e rappresentare questo mondo smaterializzato, ma non ci riesce, tanto è vero che il romanzo rimane incompiuto. Né le figure dei fanatici delle novità, né quelle dei conservatori, né di coloro che mediano in modo semplicistico tra i due estremi, sono in grado di trovare una soluzione alla crisi, ma nemmeno il matematico Ulrich, il protagonista del romanzo, che alla fine capisce il suo fallimento e, dal momento che nessuno comprende la sua azione, la abbandona. La catastrofe potrebbe essere evitata, solo se l’uomo fosse in grado di trovare vie veramente nuove.
Che cosa ha inteso dire quindi l’autore? Che non abbiamo imparato niente. Infatti, anche se nel corso della storia le situazioni non si ripetono mai identiche, è certo possibile un parallelo con l’attualità: dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Europa, che ci illudevamo ormai potesse essere unita e senza muri, ha visto scoppiare guerre provocate appunto dalle figure, che ricompaiono con regolarità fisiologica nei periodi di crisi, di cui parlava Musil.