Iperborea, casa editrice ospite di questa diciassettesima edizione dei Portici di Carta di Torino, è stata argomento della conferenza di oggi.
Per conoscere la sua storia e il modo in cui si è evoluta negli anni, Arianna Cavallo ha intervistato la fondatrice Emilia Lodigiani, l’attuale editore Pietro Biancardi e Björn Larsson, noto autore svedese.
Iperborea nasce a Milano nel 1987 da un’idea di Emilia Lodigiani che, avendo iniziato a leggere autori del nord Europa a Parigi, capisce quanto fosse necessario che i loro libri venissero tradotti in italiano.
Non può sfuggire il chiaro riferimento del nome dato alla casa editrice il quale si ispira al mito greco degli Iperborei: la longevità di questa leggenda, tramandata da Esiodo a Plinio il Giovane e ispirazione per la mitologia scandinava, è forse il motivo principale per cui la casa editrice possiede questo nome quasi a volerle augurare lunga vita.
Il suo successo, secondo Björn Larsson, deriva oltre che alla qualità del libri offerti al pubblico, alla cura della traduzione: prestare particolare attenzione a quest’ultima è sinonimo di cura anche nei confronti degli autori stessi. La fama di Iperborea è stata inoltre accresciuta dal fatto che, in un’editoria che ormai punta principalmente all’essere mainstream e alla vendita di bestseller, la sua focalizzazione sia sulla vendita a catalogo.
Dopo 25 anni di lavoro della Lodigiani il testimone è passato al figlio Pietro Biancardi che ha attuato un processo di modernizzazione per adattare le pubblicazioni dei libri al gusto della nuova generazione: il pilastro di questo cambiamento è la raccolta “The Passenger” incentrata sul tema del viaggio che fornisce un ritratto della vita contemporanea dei luoghi internazionali con il fine di essere mezzo di scoperta e ispirazione.