Sabato 11 maggio presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, Domenico Starnone ha tenuto una lectio per presentare il suo ultimo romanzo Il vecchio al mare, edito da Einaudi.
Il discorso di Starnone è iniziato motivando la scelta del titolo del libro, che vuole citare il racconto di una vecchiaia epica, titanica, delineata da Hemingway con Il vecchio e il mare. L’anzianità, nel classico contemporaneo, è contraddistinta dalla potenza e dalla competenza, che non vengono meno neanche nella lotta con il pesce, caratterizzata appunto da una forza incrollabile. Starnone, invece, con il suo romanzo capovolge questa concezione a partire dal titolo, di cui ruota simbolicamente la “e”, per narrare una storia satirica, di un anziano scrittore che nel “tempo ultimo” della propria vita si reca al mare e riflette.
Quell’uomo, che in gioventù afferrava le parole e i suoni, cercando di trattenerli nella scrittura, proprio come un pescatore con le sue prede, sperimenta la senilità, in tutta la sua forza opprimente. Tale sentimento è acuito dal ricordo dei tempi lontani, quando il presente produceva il futuro, senza consumarlo e da scrittore giovane che era riusciva nell’impresa di catturare la realtà attraverso le parole.
Con il suddetto romanzo Starnone desidera, inoltre, aspirare all’allegria. Essa, a suo parere, ha un ruolo fondamentale, in quanto deve permettere all’uomo di non essere schiacciato dall’angoscia del mondo, ma, allo stesso tempo, di non consolarsi. Su questa nota l’autore conclude l’incontro, affermando ironicamente che il libro merita di essere acquistato proprio per la sua comicità.