Cronache, Salone del Libro 2023

Il genere homo: l’unica specie in grado di farne fuori un terzo delle altre


Martina Padovan, Vanessa Minicozzi

Liceo Classico Alfieri - Torino

A parlare di uno dei temi centrali nei dibattiti dell’ultimo periodo è stato Telmo Pievani, filosofo dell’evoluzione ospite oggi 20 maggio.

Lo specialista ha iniziato definendo il termine protagonista di questo incontro: la biodiversità, intesa come misura della diversità della vita; un termine giovanissimo di circa 30 anni coniato alla conferenza di Rio nel 1992 da due scienziati che inizialmente non vennero presi in considerazione. Uno di questi era Wilson, il quale ebbe poi un’altra intuizione che si rivelò in seguito veritiera, ovvero che in un lasso di tempo relativamente breve l’uomo con le sue attività avrebbe causato l’estinzione del 35% delle specie, ed è per questo che stiamo assistendo alla cosiddetta 6^ estinzione, la quale però può essere interrotta se si arriva al 50% del territorio protetto.

La domanda quindi è “come possiamo attivarci?”, l’UE ha già proposto delle direttive per rendere possibile la transizione ecologica, il grande problema che però frena i governi è “Chi paga?” ma, citando le parole di Pievani “chi paga se NON la facciamo la transizione ecologica?”, probabilmente dovremmo preoccuparci più di questo, dato che il futuro di cui tanto si parla è dietro l’angolo e non più così tanto lontano.

Sembra però che alcuni sottovalutino il poco tempo che abbiamo a nostra disposizione, l’attuale governo infatti ha proposto un programma di sostenibilità, non considerandolo però in relazione alla natura ma all’ambito economico, perciò a causa di questo “slittamento semantico-ideologico” la soluzione potrebbe risultare poco efficace.

Il relatore ha anche spiegato come la biodiversità abbia un valore intrinseco e come noi, a prescindere da ciò che potremmo ricavarne, non avremmo comunque nessun diritto di potare quello che è l’albero della vita. Inoltre i cosiddetti servizi eco-sistemici gratuiti che la biodiversità offre, per esempio l’impollinazione, vanno preservati in quanto, altrimenti, andrebbero pagati anch’essi poiché resi artificialmente, come già sta succedendo in alcune zone dell’Asia.

Dobbiamo inoltre considerare come la biodiversità abbia diverse sfaccettature, come quella bio-culturale (un esempio è la varietà alimentare), e di come l’Italia sia uno dei paesi più biodiversi, grazie soprattutto, spiega, all’irregolarità del territorio e alle numerose migrazioni avvenute che hanno favorito una grande varietà di specie animali e vegetali.

Al termine dell’incontro Pievani ha invitato tutti noi a considerare le modifiche effettuate agli articoli 9 e 41 della nostra costituzione, con l’impegno aggiuntivo di tutelare la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle generazioni future. Sono aspetti fondamentali da considerare perché proprio grazie a questi potremo farci avanti davanti a mere iniziative di Green washing o allo sfruttamento eccessivo del suolo.

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