Nella prima giornata del salone del libro del 15 maggio abbiamo assistito alla conferenza di Francesca Berardi, giornalista e autrice audio per Chora media, sul suo libro Invenzione dei tuoi occhi.
L’autrice si è presentata raccontando della sua permanenza a New York, quando è entrata in contatto con la realtà dei canners, persone che hanno dato vita a una vera e propria economia, sulla base di una legge statunitense che permette il guadagno di 5 centesimi per ogni lattina riciclata.
Francesca, incuriosita da questo sistema, decide di prenderne parte, finanziata da una collaborazione tra Columbia e Stanford. Da volontaria inizia a frequentare un redemption center di Brooklyn dove conosce Walter, protagonista del romanzo.
Walter ha un passato difficile: partito da San Salvador perché convinto di morire entro cinque anni, arriva dopo due mesi di estenuante cammino in Texas, dove prenderà un pullman che lo condurrà fino a New York. Camminare dall’alba al tramonto e non comunicare con nessuno fino al suo arrivo sono le regole che si impone, regole talmente rigide che causeranno in lui paure irrazionali come quella della sua ombra.
Non riuscirà mai a superarle completamente, infatti la sua esistenza a NY sarà caratterizzata da uno stile di vita molto sedentario, concentrato in soli due luoghi: il centro di riciclo e la chiesa, dove vive. Tuttavia è in grado di contenere queste paure; la sua arma contro quella dell’ombra è un paio di occhiali in cartone creati per limitare la vista di ciò che ha davanti.
A New York manterrà lo stesso atteggiamento tenuto durante il percorso di migrazione; sempre taciturno e malinconico non sarà in grado di aprirsi con nessuno se non con Francesca, unica persona a cui racconterà la sua storia.
Lei sarà l’unica a riconoscere le sue capacità e il valore simbolico degli occhiali.
“Walter sei consapevole che questi non sono solo occhiali ma arte?”
“Ho solo trovato un modo per sopravvivere”.