Oggi abbiamo assistito all’incontro “Fratello. Coltello?”, presentato da Eros Miari nella Sala gialla del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Sono stati presentati due libri, “Il cattivo fratello” Giunti, di Luisa Mattia e “Il grande manca” Il Castoro, di Pierdomenico Baccalario che raccontano i lati positivi e negativi di avere un fratello.
Nel primo romanzo viene descritta la rivalità tra due fratelli. Alla nascita del fratellino Canio, lo spazio di Cesare viene occupato ed in lui cresce una profonda gelosia. La stessa autrice rivela che alla nascita di un fratello minore, tutte le attenzioni si concentrano su di lui, mentre al maggiore vengono richiesti serietà ed impegno. Anche i genitori hanno un ruolo fondamentale, perché spesso sono i responsabili dei dissidi fra i fratelli. Per esempio, infatti, richiedono al figlio maggiore più serietà nello studio del violino, strumento che non lo appassiona affatto.
Con il passare del tempo, il rapporto tra i due fratelli verrà salvato dall’amica Marlene che offrirà aiuto a Cesare perché riesca ad assumere un punto di vista differente, distaccato per potersi osservare come lo vedono gli altri.
Per scoprire se Canio e Cesare riusciranno a recuperare il loro rapporto, dovrete leggere il libro!
A differenza del libro di Luisa Mattia, il romanzo di Baccalario racconta quanto sia importante, invece, la presenza di un fratello. Federico, a causa di un incidente, è entrato in coma e Vittorio, suo fratello minore, sentirà molto la sua mancanza. Nella speranza di risvegliarlo, decide di completare la sua collezione di libri; per farlo coinvolgerà i migliori amici di suo fratello: Cavo, Shining, Enzino e Yole. C’è, infatti, un tocco autobiografico poiché l’autore avrebbe sempre desiderato un fratello e l’ha ricercato proprio nelle figure degli amici.
A differenza dei genitori di Cesare, quelli di Vittorio lo ascoltano e ne capiscono le esigenze, malgrado siano due fisici che studiano la materia oscura e siano molto impegnati.
Come si evince dal titolo e come dice Baccalario: “Anche nelle vite perfette, manca sempre qualcosa”.