Come viene vissuto nel ventunesimo secolo l’amore?
A cercare di trovare una risposta a questa domanda, in occasione dell’ultima giornata del Festival di Internazionale 2025, è stato Pietro del Soldà, filosofo, scrittore e conduttore radiofonico italiano. L’ospite ha presentato il suo ultimo libro Amore e libertà. Per una filosofia del desiderio (Feltrinelli, 2025), nato dall’intreccio di due percorsi da lui intrapresi parallelamente: i temi di attualità trattati su Rai Radio 3 con la sua trasmissione Tutta la città ne parla , e quanto appreso durante i suoi studi e le sue esperienze.
“Sta accadendo qualcosa nel paesaggio sentimentale in cui viviamo” ha affermato del Soldà. Secondo l’autore, nella nostra società c’è una duplice tendenza: da una parte vivere un “amore fusionale”, lasciandosi alle spalle un mondo troppo arido e complesso che porta i giovani a sentirsi ansiosi di fronte alla realtà e, di conseguenza, a ricercare nell’amore la serenità perduta; dall’altra, invece, considerare l’amore come un’esperienza da cui bisogna fuggire, la fonte di sofferenza e di ansia che bisogna evitare per poter trovare un po’ di tranquillità.
L’amore fusionale consiste nel diventare una cosa sola con la persona amata; di questa visione del sentimento romantico aveva già parlato Platone nel mito degli androgini: queste creature, dopo aver osato sfidare gli dèi, vennero tagliate a metà come punizione per la loro tracotanza e condannate, così, a vagare alla ricerca della propria metà mancante, l’anima gemella che le facesse sentire complete. Il desiderio di volersi unire e di diventare un tutt’uno con la persona amata è qualcosa di intrinseco negli uomini, ma non per questo può essere inteso in modo completamente positivo: del Soldà, infatti, ha spiegato come la fine di questo incanto iniziale, che porta gli amanti a voler vivere quasi in simbiosi l’uno con l’altro, possa diventare in molti casi l’origine di frustrazione, così come di violenza, controllo, sopraffazione, possesso, che con l’amore hanno ben poco a che fare.
Dalla paura di incorrere in questi “effetti collaterali” di un amore vissuto in modo troppo gravoso, scaturisce l’avversione di molti al sentimento erotico stesso, come se questo fosse il pericolo maggiore da scongiurare nella realtà, una minaccia alla propria indipendenza e libertà.
Come possiamo riuscire, dunque, a vivere l’amore in modo corretto? Purtroppo, come l’ospite dell’incontro ha voluto ricordare al pubblico, non esiste un manuale che spieghi agli uomini il modo corretto di amare; noi, tuttavia, condividiamo il pensiero di del Soldà, che ha sostenuto la necessità di affidarsi ai compromessi e alle mezze misure. La filosofia dell’est modus in rebus di oraziana memoria ci insegna ad agire e pensare con moderazione, senza correre il rischio di cadere in eccessi che, a lungo andare, potrebbero trasformarsi in pericoli, ma, allo stesso tempo, ci spinge a non privarci di ciò che, a noi, è necessario per vivere e che ci rende umani: l’amore.