12 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

Domenico Starnone e il rapporto con la lettura (e la mortadella)


Micaela Di Pasquale & Jole Festini Purlan

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

Oggi pomeriggio abbiamo partecipato nella Sala rossa del Salone del Libro all’incontro conclusivo della serie intitolata “Come legge una scrittrice” o “Come legge uno scrittore” diretta da Alessandro Piperno. L’ospite di oggi era Domenico Starnone, celebre scrittore e sceneggiatore italiano, vincitore del premio Strega nel 2001 con l’opera intitolata Via Gemito, edita da Feltrinelli.
L’autore racconta del suo rapporto con la lettura fin dalla gioventù e ci illustra, con un simpatico aneddoto, il primo approccio ai libri: dal momento che abitava in un piccolo bilocale e che la sua famiglia era numerosa, per cercare la solitudine e il silenzio era solito appartarsi sul tetto dell’armadio dei genitori con ogni genere di conforto (un libro, un panino alla mortadella, e i bozzetti di nudo disegnati dal padre).
Il rapporto con la lettura era e rimane tutt’ora controverso: da una parte questa lo ha sempre arricchito a dismisura, dall’altra il confronto coi classici è sempre stato intimidatorio al punto da impedirgli di scrivere se non dopo aver raggiunto una certa età.
All’ultima domanda di Alessandro Piperno su come vadano trattati i libri secondo lui, Starnone risponde a colpo sicuro: “I libri vanno strapazzati,” solo così infatti potranno vivere ed essere vissuti.

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