Cronache

DHAFER IN CONCERTO


Chiara Daniel, Flavia Messina, Liceo M.Grigoletti


Il festival Dedica di Pordenone si è concluso con lo straordinario concerto di Dhafer Youssef insieme al suo gruppo.

Lo stile orientale tipico della tradizione araba della mistica Sufi che ricorda molto i paesaggi esotici dei racconti dell’autore di quest’anno, Mathias Ènard, è stato la componente dominante della musica di questa serata; come l’autore, anche il musicista ha contaminato lo stile orientale a quello occidentale del jazz e dell’elettronica creando in questa dialettica effetti molto originali.

Le prestazioni dei musicisti sono state sempre in grado di stupire il pubblico con la loro eccentricità, accentuata anche da forti acuti di sax e voce. Inoltre l’eccellente utilizzo delle dinamiche da parte degli artisti ha permesso la creazione di armonie difficili da sentire nei paesi occidentali, suscitando nel pubblico l’impressione di non essere più al teatro Capitol di Pordenone, ma in un affollato mercato arabo.

 

Oltre al superbo Dhafer Youssef, artista tunisino pluripremiato e uno degli artisti più innovativi nella scena musicale internazionale, anche i suoi compagni si sono distinti in modo eccezionale durante il concerto sia per capacità tecniche che per presenza scenica. In particolare il sassofonista Raffaele Casarano,  grazie a delle introduzioni virtuosistiche e pungenti, ha immediatamente catturato l’attenzione della folla.

Il contributo Elvind Aerset e Adriano Dos Santos a percussioni e chitarre è stato essenziale a creare la giusta atmosfera e ritmo ai brani; si tende sempre a dare per scontata la grande importanza dell’accompagnamento nella musica, ma questo è la base per la melodia, e questi artisti ce lo hanno dimostrato coinvolgendo il pubblico anche in assenza di assoli di sax o oud.

Il grande impatto sul pubblico è stato dato grazie anche all’aiuto dei reparti suono e luci, che hanno assecondato la musica nelle sue varie fasi e di ricreare l’atmosfera tipica orientale o occidentale, a seconda del momento, guidando gli spettatori tra feste popolari e scene di concerti rock.

 

Il grande rapporto di amicizia mostrato dal protagonista di questa serata nei confronti del suo gruppo  (grazie anche al suo spiccato umorismo) è stato motivo di intrattenimento durante gli intervalli tra i diversi brani; e, nonostante la sua difficoltà nella lingua italiana, Dhafer è riuscito con successo a tenere fede alla sua l’intenzione di riscaldare il pubblico attraverso la sua musica nella fredda serata di ieri.

Le sue musiche con l’oud, il liuto arabo, accompagnate dal sapiente utilizzo della voce hanno fatto da indiscusse padrone della scena di questa serata.

Per la conclusione di questo festival non si poteva scegliere gruppo migliore a rappresentanza di Mathias Ènard, autore di quest’anno.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *