I podcast (Personal Option Digital Casting) stanno facendosi sempre più strada nella nostra società e nei nostri media, tanto da arrivare ad essere considerati la radio dei nostri tempi, il ritorno alla voce nel Ventunesimo Secolo.
La principale difficoltà che ci troviamo ad affrontare come ascoltatori, ma che risulta tale anche ai produttori, è il cosiddetto problema di discoverability: a causa del format e della popolarità che sta riscuotendo, siamo spesso dispersi in un mare di contenuti. Come orientarsi? La soluzione risulta difficile: i numerosi algoritmi continuamente creati dalle podcasting companies, ad esempio, falliscono ripetutamente.
Qualche risposta a questo problema è stata data durante l’incontro Dall’orecchio alla penna, svoltosi al cinema Apollo, domenica 3 ottobre alle 12.30. Una di queste risposte porta il titolo di Orecchiabile, una newsletter che ogni due giovedì, propone un nuovo podcast, scoperto e amato dagli ideatori Giacomo Bagni e Chiara Sagramola.
Podbuster, invece, nasce come sito dall’idea di Sara Poma, che presto però lo ha spostato su Instagram, dove, con post settimanali presenta podcast, soprattutto in lingua inglese, particolarmente interessanti.
A moderare l’evento è intervenuto Jonathan Zenti, designer audio, produttore e voce di molti podcast, vincitore di altrettanti premi, tanto da meritarsi una colonna sulla rivista Internazionale, colonna attraverso cui consiglia a sua volta podcast all’ascoltatore.
Gli ospiti hanno proposto spezzoni di podcast che consideravano vere e proprie opere d’arte, varie nei generi, dall’horror demenziale ambientato nella pianura padana (C’è vita nel grande nulla agricolo?) a cronache di vite di adolescenti su un’isola vulcanica (Generazione vulcano).
I podcast quindi, se si è accompagnati dalla giusta guida, possono diventare vere e proprie avventure da vivere nella comodità della propria casa.