E voi come vivete lo spazio della vostra città? Che cosa rappresenta per voi l’ambiente in cui vivete?
Partendo da queste domande si sviluppa il manifesto Contro la città autoritaria di Romeo Farinella, docente universitario, architetto e urbanista, e Alfredo Alietti, docente e sociologo, che il 4 ottobre 2024 sono intervenuti al Festival di Internazionale a Ferrara in un incontro che prende il titolo dal manifesto stesso.
Per i relatori la città, intesa come contesto sociale, è prima di tutto uno “spazio per i diritti”, nel quale possiamo esercitare la nostra libertà e sviluppare un senso comune di cittadinanza. Dunque la città, e in particolare le aree pubbliche che offre, è un ambiente di collettività che rispecchia, attraverso la dimensione fisica, la misura nella quale ciascuno di noi può usufruire dei propri diritti.
Come precisato dai relatori all’interno del loro manifesto e durante l’incontro, la città autoritaria può essere definita per alcune caratteristiche, come: l’egemonia esercitata sulla gestione degli spazi pubblici dal settore immobiliare e la risultante privatizzazione dello spazio pubblico; la divisione della città in ghetti o favelas, su impulso della segregazione (o, in alcuni casi, anche auto-segregazione); un controllo eccessivo del “decoro” del territorio urbano; il deficit di partecipazione che caratterizza la cittadinanza di oggi; una forte spinta alla sostenibilità, che spesso finisce per creare ostacoli economici.
All’interno di questa città gli spazi democratici sono assai limitati, causando una forte riduzione dei diritti dei cittadini.
Sintetizzando, si tratta di un ambiente – fisico e sociale – dove la collettività e il suo benessere sono messi in secondo piano, la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi, con la conseguente distruzione del senso di comunità che porta inevitabilmente all’individualismo.
Per ovviare a questa situazione critica, però, la politica non riesce ad imporsi: da anni ormai si registra un diffuso infantilismo politico, incapace di guardare al futuro e di contrastare il capitalismo che sovrasta la società e prevarica il benessere stesso della maggior parte dei cittadini.
In una dimensione in cui l’uomo è diventato mero consumatore ci viene perciò consigliato di opporci alla riduzione del nostro spazio compiendo scelte consapevoli: opponendosi, quando possibile, alla privatizzazione di uno spazio pubblico e facendo sentire la propria voce, specie al momento delle elezioni.